D. Mertens riconosce nel tempio tardo-arcaico (510-500aC) certamente sacro ad Athena una realizzazione dai caratteri fortemente innovativi in tutta l’architettura della Magna Grecia. La sala del naos, proiettata e aperta a E, fu allargata a spese delle peristasi che persero la funzione di corridoio di deambulazione per i fedeli, come avveniva invece nella Basilica, mentre fu lasciato un più ampio spazio davanti al vestibolo inquadrato da colonne ioniche. Lo studioso ritiene questo particolare accorgimento funzionale alla riunione dei devoti prima dell’ingresso al vestibolo e al graduale e differenziato accesso al pronao e al naos, privo di adyton e raggiungibile superando tre gradini. A questo originale assetto dell’interno dell’edificio D. Mertens collega una “installazione totalmente nuova e ignota ai templi arcaici", consistente nella collocazione tra pronao e cella di due grandi scale in pietra che permettevano di ascendere alla parte alta della cella. I devoti, così accedevano nel tempio.