Il santuario della Fortuna Primigenia è un complesso sacro dedicato alla dea Fortuna della città di Praeneste (oggi Palestrina, Roma). Si tratta di uno dei massimi complessi di architettura tardo-repubblicana dell'Italia antica. Il sito archeologico ed il museo, proprietà del MIBACT, dal dicembre 2014 è gestito dal Polo Museale del Lazio. Il santuario fa parte dei grandi santuari romano-ellenistici del Lazio insieme al santuario di Terracina e a quello di Ercole Vincitore a Tivoli. Fu ispirato probabilmente alle grandi costruzione ellenistiche a terrazze, come il santuario di Atena Lindia a Rodi, e presenta un altissimo livello tecnico e stilistico.
Esso fu costruito alla fine del II secolo a.C., probabilmente grazie a gruppi associati di cittadini, desiderosi di affermarsi dopo essersi arricchiti con i flussi di denaro e di manodopera provenienti dall'Oriente grazie alle guerre e ai notevoli traffici commerciali. Il santuario era celebre in tutto il mondo Romano per il culto della Fortuna Primigenia, ovvero "prima-nata" dei figli di Giove, ma anche Primordiale e dunque Madre e contemporaneamente figlia di Giove. Il culto era associato all'oracolo che avveniva mediante l'estrazione delle sortes, le sorti.
I resti del santuario, che erano stati nel tempo inglobati nell'abitato medioevale, furono rimessi in luce in seguito al bombardamento del centro cittadino nel 1944. Il santuario si articola su sei terrazze artificiali, edificate sulle pendici del monte Ginestro, collegate tra loro da rampe e scalinate di accesso. I muri di fondo delle terrazze sono realizzati in opera poligonale e in opera incerta.