Il teatro romano di Venafro si trova sulle pendici del monte S. Croce, in posizione dominante sulla città. Il primo impianto dell'edificio non è certamente posteriore alla prima età augustea: esso venne costruito con una gradinata addossata al pendio della montagna e comprendeva l'ima e la media cavea, le parti inferiori della gradinata, separate da un passaggio semicircolare (praecinctio); la scena, non ancora completamente riportata in luce, doveva essere rettilinea mentre, come coronamento. l'edificio doveva avere un portico.
La struttura è in opera reticolata con testate dei muri e ghiere degli archi in blocchetti di calcare, secondo una tradizione tardo-repubblicana; la decorazione architettonica, in parte recuperata grazie al ritrovamento dalle vicine terme di S. Aniello, era in marmo bianco; le pareti, affrescate o rivestite di marmi policromi.
Lo scavo ha restituito anche diversi frammenti di sculture tra cui due statue con testa ritratto, sulla cui collocazione non c'è, però, attualmente, la possibilità di avanzare ipotesi.
Nel corso del tempo, il teatro fu oggetto di diversi interventi e ristrutturazioni: ad un momento successivo, ma ancora nell'ambito del I secolo d.C., va infatti attribuito un ampliamento, con la costruzione della summa cavea, la parte più alta della gradinata, sostenuta da un robusto sistema di sostruzioni che avevano anche lo scopo di contenere il terreno alle spalle del teatro. In questo intervento venne utilizzata la stessa tecnica, l'opera reticolata, ma con elementi di calcare e tufo alternati a formare semplici motivi decorativi.
Alla fine del I secolo d.C. risale anche la costruzione dei tribunalia e delle relative scale di accesso. Successivamente il piazzale occidentale venne occupato da un portico su colonne anche di stucco e nel II secolo d.C. venne costruito, immediatamente a ovest del monumento, un emiciclo in laterizi, grande ninfeo, collegato alle strutture del teatro stesso: un intervento più tardo riguarda la realizzazione di impianti idraulici, nel settore occidentale, finalizzati all'allestimento di giochi d'acqua nell'orchestra. A tal fine l'orchestra era stata delimitata da un alto parapetto, mentre all'interno della parte occidentale vennero costruiti un apparato conduttore per l'acqua e le cisterne necessarie allo scopo.
Il gravissimo terremoto che devastò Campania e Sannio nel 346 d.C. dovette essere una causa determinante dell'abbandono del teatro: fu probabilmente in seguito a questo evento che venne smantellata una parte della decorazione architettonica e scultorea, certo con l'intenzione di procedere al più presto a un restauro. Questo, però, non fu più possibile per il consolidarsi della crisi del mondo antico: il teatro perse rapidamente la sua funzione già intorno al V secolo e alcune parti del monumento vennero riadattate per essere utilizzate come ricoveri e abitazioni private.