Dii chiara ispirazione neoclassica, il Teatro degli Animosi è impreziosito da una facciata tripartita, interamente realizzata in Marmo di Carrara. Le due ali a bugnato concluse da paraste ed animate da una finestra per livello, incorniciano un pronao esastilo con massicci pilastri al livello inferiore, e colonne ioniche al livello superiore. L'insieme è concluso da una balaustra con iscrizione dedicatoria e motivi a ghirlanda. Il progetto originale dell'architetto Pardini prevedeva la realizzazione di sei statue a tutto tondo a soggetto allegorico da porsi sulla balaustra, ed una scalinata in marmo a sopraelevare l'intero edificio. La facciata laterale, prospiciente la Piazza Garibaldi, prosegue l'ordine della facciata pur senza l'uso massiccio di marmi, con lesene doriche al pianterreno e ioniche al primo, intervallate da ampie finestre.
Il foyer, con soffitto a cassettoni, è tripartito da otto colonne di ordine dorico in marmo bianco di Carrara. La sua decorazione comprende medaglioni in gesso rappresentanti musicisti e poeti italiani, opera di Carlo Nicoli, e i modelli in gesso della ‘'’Musica'’' e della ‘'’Poesia'’' di Carlo Chelli, opere destinate al teatro di Santiago del Cile. La sala è divisa in tre ordini di palchi (in tutto cinquantasei) e un loggione, scanditi da colonne in marmo. La decorazione pittorica attuale venne eseguita nel 1870 da Carlo Pellini. Al di sotto di questa esiste ancora la decorazione originale, visibile grazie ad una finestra di restauro nel primo ordine di palchi a destra. I diversi ordini sono collegati tra loro da scale in marmo. Il ridotto decorato in stile impero con stucchi bianchi e dorati, presenta ancora parte degli arredi originari, divani, sgabelli e specchi di grande dimensione. Il boccascena è largo otto metri, il palcoscenico misura 14x11,50 metri e la graticcia è alta dieci metri. Non esiste buca per l'orchestra.
Il teatro fu fondato grazie all'impegno di un gruppo di cittadini, esponenti della nobiltà e dell'alta borghesia, riunitisi in una “Accademia del Teatro” nel 1836; la città era sprovvista di un vero e proprio teatro, visto che la struttura precedente, già esistente nel Palazzo Ducale di Carrara, era stata demolita per esigenze legate all'insediamento della Accademia di belle arti. Le spese per l'edificazione del nuovo edificio furono sostenute dai soci accademici i quali erogarono ingenti somme di denaro, a titolo di sottoscrizione o per la diretta proprietà dei palchi. Il progetto venne affidato al celebre architetto neoclassico lucchese Giuseppe Pardini. L'edificio fu inaugurato il 26 dicembre 1840 senza l'auspicato intervento del duca Francesco IV di Modena al quale era stato fatto omaggio del palco centrale. Lo spettacolo inaugurale (prosa) fu La donna ambiziosa di Alberto Nota. La prima opera lirica venne rappresentata nel 1842 con una messa in scena di Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti. Nel 1864 all'interno del Teatro si approntarono alcune sale ad uso di Casino Civico, l'attuale ridotto, con stanze da gioco, da biliardo e di lettura. In seguito i locali del Casino Civico vennero dotati di un ingresso indipendente (1882) e quindi completati da un ampio scalone di accesso in marmo disegnato dall'architetto Enrico Bonanni (1912).