TEATRO ANGELETTI

SANT'ANGELO IN PONTANO, MACERATA

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TEATRO ANGELETTI
Periodo di costruzione: 1873-1883 Tipologia: Sala a ferro di cavallo con 22 palchi su due ordini per un totale di 140 posti. Nel soffitto sono raffigurati medaglioni con i ritratti di Rossini, Goldoni, Alfieri, Bellini, intercalati da ovali con le allegorie delle quattro principali arti teatrali: la tragedia, la commedia, la musica e la poesia. Nel sipario di scena, in stile neoclassico, è rappresentato il mezzo busto di Nicola Antonio Angeletti tra le Muse delle Arti. Dopo quasi 40 anni di chiusura, era stato finalmente riaperto nel 2007 a seguito di lavori di restauro. Il sisma del 2016 lo ha reso nuovamente inagibile. La costruzione del teatro fu iniziata nel 1873 su iniziativa della Società Filodrammatica locale, che promosse la costituzione di un condominio di palchettisti per ricavare un’unica sala da tre locali esistenti nel vecchio palazzo comunale. nel 1882, il fabbricato venne completamente ristrutturato, e subito dopo si pensò alla decorazione della sala, al montaggio del “macchinismo”, del sipario e degli scenari. Il teatro venne inaugurato finalmente il 16 settembre 1883. Le decorazioni furono eseguite dal pittore anconetano Pietro Giovannetti, che nel 1877 aveva abbellito il teatro di S. Ginesio e poco prima aveva partecipato alla decorazione, insieme ad Achille Brugnoli, del teatro di Pollenza. Il sipario, di tipo “comodino” con porta a tenda di velluto rosso, e tutte le scene vennero dipinte da Enrico Andreani di Ancona, noto scenografo che aveva già operato per i teatri di Treja, Ostra, Montecarotto e S. Ginesio. Una grande arcata policentrica, decorata e sormontata da un orologio, separa il palcoscenico, con dietro i camerini per gli attori, dalla zona destinata al pubblico avente pianta a ferro di cavallo, costituita dalla platea a cui fanno corona un loggiato a colonne che sostengono due ordini di palchi (ventidue). La capienza attuale del teatro, con le norme di sicurezza vigenti, è di circa un centinaio di spettatori. Anche i locali sotterranei dell’edificio, in cui una volta erano ubicati un frantoio per olive ed il forno comunale, sono stati recuperati e debitamente restaurati
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