Pontassieve, comune situato alle porte di Firenze, è un territorio circondato da fiumi che scendono a valle dai crinali, addolcito dai contorni sinuosi delle colline testimoni di vita con indelebili segni dell’uomo e della tradizione. Un museo a cielo aperto dove il viaggiatore attento si sofferma, tra vigneti e oliveti, tra tipicità e sapori, a gustare un po’ di questa terra. La villa di Pievecchia, edificio che rappresenta le tendenze dominanti dell’architettura fiorentina della seconda metà dell’Ottocento, è annessa alla Fattoria di Grignano dal 1999 e prende il nome dalla Pieve medievale che le sorge accanto.
Dalla metà del '600 alla metà del '700 il corpo centrale della villa è in mano agli abati di Vallombrosa, per passare poi all’Arcivescovado di Firenze. Dopo il 1860 la villa viene confiscata dallo Stato italiano e messa in vendita, acquistata da Agostino Tesei, Generale di marina elbano alla cui famiglia la fattoria resterà fino al 1916, anno in cui inizia a passare di mano in mano. fino all’attuale proprietà che ormai da anni ne ha avviato il recupero riportandola all’antico splendore. L' 8 giugno 1944 un gruppo di Partigiani proveniente da Monte Giovi, penetrato nella caserma della guardia nazionale repubblichina di Pontassieve, s'impossessa di armi e munizioni e si ritira a bordo di un camion. Alcuni carabinieri colgono l'occasione per disertare e si uniscono alla pattuglia partigiana. Lungo la strada del ritorno i partigiani si fermano alla Pievecchia. In una delle case vi trovano due soldati tedeschi e ne segue uno scontro in cui un soldato muore, mentre l'altro riesce a fuggire. Nella rappresaglia che segue i tedeschi rastrellano tutti gli uomini che possono trovare a Pievecchia e li uccidono a colpi di mitra nel giardino della villa del paese. 14 persone perdono la vita.