STAZIONE COOK

ERCOLANO, NAPOLI

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STAZIONE COOK
Sita nel territorio di Ercolano, in località San Vito, la Stazione Cook (conosciuta anche come Centrale Elettrica) sorge sul tracciato dell’antica Ferrovia e Funicolare Vesuviana, che dal 1903 al 1955 ha collegato la città di Ercolano alla – allora - Stazione Inferiore, in prossimità del cratere del Vesuvio (a quota 753 metri s.l.m.). Lo storico edificio, in tufo e pietra vulcanica, era utilizzato come centrale elettrica e rimessa vetture, da qui il nome a Centrale con cui gli abitanti del luogo erano soliti chiamarla. La storia della Stazione Cook nasce e si intreccia con quella della pre-esistente Funicolare Vesuviana, costruita nel 1879 per collegare la Stazione Inferiore al cratere del vulcano. La Funicolare entrò presto nell’immaginario collettivo della popolazione vesuviana e napoletana ed ispirò la celebre canzone “Funiculì Funiculà”, divenuta una tra le più famose canzoni italiane e napoletane nel mondo. Nel 1902 la società di John Mason Cook, successivamente conosciuta al grande pubblico come Thomas Cook Group, prese in gestione l’impianto rimodernandolo e estendendone il tracciato nel corso del tempo. La Funicolare fu collegata alla città di Ercolano attraverso una Ferrovia, a cremagliera e trazione elettrica, innovativa per l’epoca rispetto a quelle funzionanti a vapore. Le eruzioni del 1906, 1929 e del 1944 danneggiarono e minacciarono seriamente la ferrovia, aggredendo alcuni tratti di binario. Nonostante le continue ricostruzioni, il basso movimento turistico causato dalla guerra e gli elevati costi di gestione non rendevano l’attività redditizia e la Ferrovia fu definitivamente soppressa con la costruzione nel 1955 della strada del Vesuvio che conduceva fino a quota 1000 metri s.l.m. Iniziò allora la decadenza della Stazione Cook, che rimase in stato di abbandono per anni. Nel 2007, l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio acquistò l’immobile con l’obbiettivo di recuperare l’antico tracciato del trenino a cremagliera. I lavori di recupero strutturale terminarono nel 2008, ma da allora l’edificio giace nuovamente in stato di abbandono: atti vandalici e incorrere del tempo hanno reso vano il tentativo di recupero.
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