Il sito archeologico “Villa dei quattro venti”, datato all'età tardo repubblicana (inizio I sec a.C.), ricalca il progetto edilizio di un santuario dedicato probabilmente a Venere, un nuovo culto che verrà ripreso dal padre di Cesare come simbolo di autopromozione con la deduzione di nuovi coloni presso Circeii.
L’accesso avviene da via Marco Emilio Lepido, per salire direttamente sul sito.
Il complesso monumentale occupa una delle ultime propaggini del promontorio del Circeo, circa 100 m a Sud-Est del centro storico di S. Felice Circeo.
Quanto visibile della struttura antica, realizzata in accurato opus incertum, si presenta articolato in due terrazze sostruite: una inferiore, con una forma paragonabile a quella di un trapezio rettangolo, e un’altra, che sorge sopra di questa con un perimetro rettangolare.
La sostruzione alla base era interamente riempita di terreno evidentemente quindi non frequentabile.
Dalle ultime indagini svolte nel sito è stato possibile individuare un forte legame tra la prima terrazza di “Villa dei quattro venti” con il lato orientale del centro storico, proiettandolo, attraverso una poderosa terrazza, verso il mare.
Alla luce di queste considerazioni appare plausibile che l’accesso alla struttura avvenisse direttamente dall’abitato di Circeii.
La superficie ottenuta attraverso la sostruzione del pendio è occupata anche da un ulteriore terrazzamento e dai resti di un ninfeo, e lo spazio tra questi due era tenuto probabilmente a giardino. L’angolo Sud-Ovest è occupato dall’altana, fatta realizzare dal principe Poniatowsky nei primi del'Ottocento, cui il sito deve il nome di “quattro venti”.
Sul lato meridionale del terrazzamento, spostato verso l’interno, si trova il corridoio e poi la scalinata, che connettono all'area più alta del sito.
Allineando i nuovi dati ricavati dall'équipe di ricerca dell’Università La Sapienza tra il 2010 e 2013 (progetto diretto da Diego Ronchi) in collaborazione con il comune di San Felice Circeo, l’ente Parco Nazionale del Circeo, la Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, con le informazioni disponibili, è stato possibile generare una nuova ipotesi per l'interpretazione del sito:
Sulla base del rinvenimento negli anni ’30 del XX secolo, durante gli scavi del foro di Augusto, di un’iscrizione onoraria dedicata al padre di Cesare, il quale “colonos cerceios deduxit” (condusse dei coloni a Circeii), si potrebbe considerare la realizzazione di questo santuario nel quadro di quelle dotazioni che la classe dirigente romana realizza come strumento di autopromozione e di adeguamento infrastrutturale in un determinato territorio.
Quest’associazione, oltre a offrirci un riferimento cronologico per la costruzione della “Villa dei quattro venti”, offre un ulteriore interessante spunto di riflessione su un’altra testimonianza archeologica del Circeo, ovvero l’iscrizione C.I.L. X 6430 “Ad promonturium Veneris”.
Se le indagini archeologiche verranno confermate in futuro, la struttura, dedicata probabilmente al culto di Venere, si inserisce nel quadro dei grandi santuari repubblicani del Lazio, costruiti tra la metà del II e la metà del I secolo a.C. in posizioni scenografiche.