SILOS DI PESCAIOLA

AREZZO

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SILOS DI PESCAIOLA
Nel 1908 viene fondato ad Arezzo, nel quartiere di Pescaiola a breve distanza dalla stazione ferroviaria, il Consorzio Agrario a sostegno dell’economia preindustriale nei settori dell’agricoltura e della zootecnia. Tra gli edifici che negli anni vennero realizzati per rispondere alle varie esigenze funzionali, emerge ancora oggi in tutta la sua forza plastica il silos granario, ormai in stato di abbandono. Edificato nel 1937 su progetto dell’ing. Ubaldo Cassi, già noto professionista e tra i primi ad Arezzo a impiegare la nuova tecnologia del cemento armato il silos di Pescaiola è un prezioso esempio di come un contenitore di pura funzione possa trasformarsi in materia d’architettura. Il silos, attorno al quale furono dislocati una serie di edifici secondari, piazzali per il disimpegno dei lavori e un binario di rac-cordo con il servizio ferroviario, non ripropone i tipi edilizi adottati usualmente in quel periodo. Infatti alcune considerazioni inerenti l’economia di costruzione e gestione e di durabilità dell’opera fecero optare per una tipologia di silos a celle verticali, senza piano praticabile al di sotto di queste; lo schema di funzionamento dell’impianto11 era stato studiato dallo stesso Cassi, che attorno ad esso modellò un edificio di 23,85 metri di altezza fuori terra e di altri 6,80 metri in interrato. La copertura dell’edificio ospitava una serie di terrazze praticabili da utilizzarsi occasionalmente come essiccatoi, mentre al di sopra del piano di copertura delle celle si estendevauna corsia di manovra della larghezza di cinque metri, sede del nastro trasportatore superiore. Gli infissi delle celle erano in ferro con comandi di apertura a distanza mentre le porte delle gallerie erano del tipo “invulnerabile” e fu previsto l’inserimento di una passerella d’ispezione nella parte sommitale delle celle, così da agevolare la sorveglianza senza obbligare gli addetti a calarsi dalle apposite aperture. Per ospitare gli strumenti meccanici necessari incrementò l’altezza dello stesso e conseguentemente quella delle celle: veniva così ad aumentare la capacità del silos (45.000 quintali) e a ridursi il costo unitario per quintale di grano immagazzinato. Un edificio memoria storica della città che merita di essere preservato.
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