SEPOLCRI DI SAN MAGNO

CORATO, BARI

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SEPOLCRI DI SAN MAGNO
A circa 15 km in direzione sud da Corato è possibile vedere l'antica chiesa-neviera di San Magno, collocata tra una masseria del 1812 e una superba quercia secolare. è chiamato donazione di San Magno un importantissimo atto notarile del 1128 (riportato integralmente in latino nel IX volume del Codice Diplomatico Barese) che documenta e dimostra l'esistenza della primitiva chiesa di Santa Maria Maggiore o chiesa di San Magno già nei primi decenni del XII sec. contariamente a quanti la ritenevano del XIII sec. Nello specifico tale documento attesta che il 28 gennaio del 1128 Goffredo, conte di Puglia, donò o cedette et per fustim al Capitolo della Santa Chiesa Matrice di Corato la chiesetta di San Mangone, ora San Magno Martire e le terre limitrofe pari ad ettari 3300; del piccolo villaggio di San Magno non si menziona nulla evidentemente perchè esso era stato distrutto (probabilmente dai Saraceni) in epoca precedente . La chiesa fatta di malta e di pietre disuguali tra loro troneggia su un largo spiazzo ed è circondata da pareti a secco semi diroccate. La facciata est presenta nella parte inferiore una porta murata e una finestra con gli infissi cadenti, mentre nella parte superiore, sul tetto di tegole, sovrasta un campanile di tufo. Sul lato a settentrione si trova un scalinata che conduce nel locale adibito al culto mentre a occidente, a mezzo metro da terra, un finestrone si apre sulla neviera. Le volte del sottano e del piano rialzato sono a botte e così doveva mostrarsi un tempo, dal di fuori, se si considera l'andamento delle chianchette messe in luce dalla caduta dell' intonaco. è probabile che volendo dare all'edificio importanza e sacralità, furono dati gli angoli con i tufi, così il tetto originariamente in pietra, fu ricoperto di tegole e su di esse fu posto il campanile. Attualmente i muri esterni ed interni sono in buono stato. All' interno la Chiesa ha una pavimentazione in cotto; l'altare presenta un altorilievo raffigurante un putto con un solo braccio e sfigurato nel volto, inoltre la pietra sacra è stata tolta e l'acquasantiera divelta. In uno stipite, in cui si dice che fino a trent'anni fa ci fosse l'immagine di San Mangone (simile a San Cataldo) ci sono solo calcinacci . Riferimenti Bibliografici Storia di Corato Corato, N. Fiore 1984; Lo Stradone n. 10/100 Corato, 1987.
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