SCAVI ARCHEOLOGICI IN VIA PICCHI

CHIAVENNA, SONDRIO

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SCAVI ARCHEOLOGICI IN VIA PICCHI

Durante gli scavi archeologici compiuti nel 2008 in via Picchi sono venuti alla luce ritrovamenti e resti murari di notevole rilevanza: un pezzo di città antica ancora ben conservata e una quantità di materiale considerevole, una ventina di casse, come monete, parte di vasi, anfore. Quel lembo di terra si era miracolosamente salvato da un probabile destino urbanistico: utilizzato come campo da tennis e vincolato per uso pubblico avrebbe garantito alla città un parco archeologico inserito in una splendida area verde, di cui avrebbero potuto godere i cittadini e i turisti. Questo non è avvenuto: un manto nero, uno strato di ghiaia e uno di terra ha coperto forse definitivamente i resti murari. Questi importanti ritrovamenti valorizzano e arricchiscono la posizione di Clavenna quale luogo strategico di passaggio per i traffici che si svolgevano tra la pianura padana e le vallate renane e danubiane. Il sito attiguo alla piazza Castello, ben soleggiato e al riparo dalle intemperie, è situato ai piedi dell'alta rocca del Paradiso, sede dell'antica cava romana di pietra ollare; comprensibilmente fu scelto per la felicitas loci come luogo di insediamento lungo numerosi secoli. Dopo una prima fase della fine dell'età del Bronzo sono state ritrovate alcune tracce riferibili alla prima età del Ferro (X-IX sec. a.C.). Molti secoli dopo, nel corso del I sec. a.C. (fase di romanizzazione), sul luogo si impiantò una zona abitativa con pavimenti in cocciopesto e ambienti riscaldati, una postazione di carico e scarico merci annessa ad una parte residenziale. E' possibile inserire in questa fase alcune tombe poi depredate e distrutte. Successivamente ci fu un intervento di demolizione delle strutture ancora presenti, effettuato per creare lo spazio necessario ad un nuovo impianto di lavorazione artigianale. Qui sono presenti numerosi scarti provenienti dalla lavorazione della pietra ollare che testimoniano come Clavenna, per tutta l 'antichità e il medioevo, fu un importante luogo di produzione e offrono la possibilità di indagare sui procedimenti di foggiatura e gli sviluppi della tecnologia di lavorazione. Di particolare interesse è inoltre la presenza come corredo tombale di una borraccia invetriata inquadrabile nel VII secolo, forse inserita nella sepoltura come viatico. In una fase successiva ci fu il definitivo abbandono insediativo dell'area che a lungo venne usata come piazza d'armi del castello durante l'età moderna. Particolare importanza rivestono le presenze monetali che coprono un ampio arco cronologico compreso tra gli ultimi decenni del I sec. a.C. e il IV-V sec. d.C. con emissioni di Costantino e dei suoi successori. Di estremo interesse anche il ritrovamento di un laterizio recante una incisione a fresco su due righe, nella quale forse si può leggere il nome di Cla(venna). Lo scavo ha restituito anche un contesto di terre sigillate che ricopre un ampio arco cronologico e geografico-produttivo. Si tratta di sigillate di origine italica e padana, importazioni galliche centro-orientali e infine terre sigillate di origine africana che attestano la presenza sul sito di tale produzione con relativa continuità nei primi quattro secoli d.C.. Questi prodotti giungevano con una certa facilità sul sito grazie all'esistenza di assi stradali che collegavano direttamente il centro di Chiavenna con l'area transalpina e le valli del Reno e del Danubio.

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