La Chiesa di S. Maria del Bando di Atrani è documentata per la prima volta nel 1187, ma è probabile che esistesse già ai tempi della Repubblica Marinara di Amalfi (839 – 1131). Per la sua posizione elevata, ma a ridosso della sottostante cittadina, divenne luogo da cui venivano proclamati i bandi, cioè i pubblici annunci o le condanne dei malfattori, rivolti alla popolazione. Ed è verosimile che da ciò derivi l'attuale denominazione Santa Maria del Bando. Edificata alle falde del monte Maggiore (o monte Aureo, sulla cui sommità si erge la Torre dello Ziro), in un luogo di incantevole bellezza, in cui la roccia, gli anfratti rupestri, i terrazzamenti naturali, gli improvvisi balzi rocciosi, la vegetazione boschiva, la macchia mediterranea, formano intricati e suggestivi giochi naturalistici e conferiscono al posto un grande, pittoresco fascino. è possibile ammirare tutta la bellezza di questo pregevolissimo sito dalla sagrato della Collegiata o dalla località Civita di Ravello. La chiesa è costruita su questa terrazza realizzata sfruttando un piccolo pianoro, uno sperone di roccia prominente dalla parete a strapiombo, in un contesto rupestre molto acclive ed accidentato, a circa m 145 s.l.m. L'edificio sacro è orientato, secondo la tradizione cristiana, verso est (simbolo di Cristo Sole nascente ed eterno), cui rivolge l'abside e l'altare maggiore. Incastonata come bianca perla in questo rarissimo contesto naturalistico. La chiesa, con i suoi esterni essenziali e austeri, caratterizzati dall'uniforme colore bianco delle robuste mura impostate direttamente sulla nuda roccia, si inserisce magnificamente nel contesto boscoso e rupestre circostante, creando uno scenario veramente unico e ammirevole. La chiesetta, con i suoi volumi compatti e aperti solo da brevi finestre, offre l'aspetto di una piccola fortezza. La sua architettura in origine doveva essere improntata a grande semplicità, come avveniva per le chiese costruite in luoghi rocciosi o presso grotte naturali. Nel corso dei secoli ha subito varie riparazioni e restauri. Gli interventi del XVIII sec. le conferiscono l'attuale aspetto decorativo di gusto barocco, alquanto ricco di stucchi, modanature, cornici e riquadri. Ad aula unica, con volta a botte, conserva pregevoli dipinti e un affresco (sull'altare maggiore) di età quattrocentesca, raffigurante un miracolo compiuto dalla Vergine, che avrebbe salvato un uomo condannato all'impiccagione. Infatti, una leggenda racconta che la chiesa sarebbe stata costruita come voto fatto da questo condannato miracolato dalla Madonna. L'altare maggiore è del 1886. Il pavimento, messo in opera nel XIX sec., è in maioliche quadrate policrome (di fattura napoletana settecentesca), provenienti dalla Chiesa Collegiata di Santa Maria Maddalena. Nella piccola sacrestia è conservata un'urna cineraria romana di marmo bianco. Le vedute aeree, a volo d'uccello, sull'abitato di Atrani che si possono ammirare dalle finestrelle della sacrestia e del piccolo campanile, nonchè dal terrazzo, sono veramente incantevoli e uniche. Accanto alla chiesa si trova la Grotta di Masaniello che, secondo la tradizione, sarebbe stato l'ultimo rifugio del capopopolo napoletano, la cui madre era Antonia Gargano di Atrani, prima di essere ucciso nell'attentato del 16 luglio 1647, avvenuto nella Chiesa del Carmine di Napoli. La sottostante abitazione, anch'essa dalla caratteristica colorazione bianca, posta in una pittoresca posizione, come la Chiesa del Bando, sarebbe stata la casa della famiglia materna di Masaniello. Molti viaggiatori stranieri riportano in proposito la notizia, a partire da qualche decennio dopo la morte del celebre eroe napoletano. La Parrocchia Santa Maria Maddalena di Atrani, sotto la cui giurisdizione ricade il santuario, ha promosso la costituzione di un Comitato, Santa Maria del Bando, per la gestione e la valorizzazione della chiesetta. Da circa dieci anni il Comitato ha ripristinato il sentiero, ha sistemato terrazzamenti e percorsi,