Nel cuore dell'Aspromonte, tra le vallate del borgo di Cardeto, sorge il Santuario di Maria Assunta di Mallamace. La piccola chiesa, immersa in una natura incontaminata, dista circa 1 km dal centro abitato. Con il suo tradizionale pellegrinaggio, il Santuario richiama a sè numerosi fedeli oltre che turisti dell'intero interland reggino; respirando l'odore della rugiada alle prime luci dell'alba, entrambi possono godere di un paesaggio bucolico oltre che apprezzare la storia che avvince questo luogo senza tempo. Giunti nella frazione di Mallamace di Cardeto, il pellegrino è accompagnato nel suo cammino spirituale da una Via Crucis che affianca la strada che porta fino alla chiesa. Le quattordici edicole sacre, quasi incassate nella roccia, invitano il fedele a ritrovarsi nella natura circostante. Terminato il predetto percorso, la strada si allarga fino a diventare una piazza; all’estremità di questa, quasi a voler accogliere il visitatore, sorge il piccolo Santuario di Maria Assunta di Mallamace. La leggenda narra che su proprio su tale appezzamento di terreno venne ritrovato un rovo all’interno del quale era custodita la statua della Madonna Assunta. Si decise, pertanto, di portare la preziosa icona ritrovata nella Chiesa principale del centro storico; ma nella notte la statua scomparve dall’altare in cui era stata riposta e fu ritrovata a Mallamace, proprio nel luogo in cui era stata rinvenuta. Si dice che tale episodio fu ripetuto per ben due volte tanto che alla fine, ormai certi della volontà divina, si costruì una chiesa proprio nella frazione di Mallamace. Fonti storiche, invece, affermano che il Santuario risalga al XVII secolo; sarebbe stato costruito sul luogo ove prima esisteva l’antico monastero greco femminile di S. Andrea di Mallamaci.Le successive notizie sul Santuario vengono date nel 1618 da Monsignor Annibale D’Afflitto il quale, in seguito ad una sua visita pastorale, dopo aver annotato che a Cardeto vi erano 140 famiglie e 715 abitanti sparsi pure nelle campagne, cita per la prima volta la Chiesa di S. Maria di Mallamace; questa viene, quindi, descritta in buono stato ed officiata. Lo stesso, inoltre, precisa che nel Santuario si celebra e si festeggia con devozione l’Assunzione “maxima cum devotione, cum magno populi concursu”. Nel presbiterio vi è un monumentale altare settecentesco: realizzato in marmi policromi intarsiati, ha paliotto decorato da un bassorilievo marmoreo raffigurante, entro cornice quadriloba, una Madonna Immacolata. L’alzata d’altare ospita, al centro, una nicchia nella quale è collocata una statua in marmo di Carrara raffigurante la Madonna Assunta, opera di bottega meridionale attiva nella prima metà del XVIII secolo. La statua si erge su uno scannello scolpito ad altorilievo con Testine alate, conserva tracce di policromia nelle vesti e reca sulla base l’iscrizione «A. D. 1720».La data indica l’anno di esecuzione dell’opera, probabilmente in sostituzione di una “lodatissima statua” più antica, ricordata durante la Visita pastorale di monsignor Annibale D’Afflitto nel 1618. La Vergine, con figura allungata, ha le mani giunte e lo sguardo mistico rivolto al cielo.Studi recenti riconducono l’opera all’ambito messinese, in particolare alla cerchia degli Amato; originale è l’iconografia con una commistione tra i due titoli mariani dell’Assunta (si vedano le mani giunte della Madonna) e dell’Immacolata (si guardi, piuttosto, alla presenza di puttini alati ai piedi della Vergine). Alla stessa maniera nel paliotto d’altare, anch’esso ricondotto all’ambito messinese, è raffigurata la Madonna Immacolata, identificabile per la presenza della falce lunare e del serpente ai piedi della Vergine. Adiacente al Santuario, a destra, sorge il Mausoleo del Cardinale Luigi Tripepi, i cui resti furono qui traslati il 15 ottobre 1993 dalla Cappella del Capitolo Vaticano al Verano, rispettando le volontà del cardinale.