Il Santuario della Madonna della Grotta, ubicato a Praia a Mare, posto nel ventre di tre cavità rocciose a circa 90 metri sul livello del mare. L'area sacra, raggiungibile mediante gradinate affacciate sul golfo di Policastro, è posta nel cuore di una zona dove, dal VII secolo in poi, in seguito alla persecuzione iconoclasta scatenatasi a Costantinopoli, si costituì l'Eparchia del Mercurion. Esso, secondo diverse convergenti testimonianze storiche frequentato già dai monaci Basiliani, divenne nel XVI secolo luogo di culto, fino ad essere punto di riferimento per le popolazioni locali non solo dal punto di vista religioso ma anche storico-sociale, al punto che attorno ad esso prese corpo un nucleo urbano, identificato dagli storici con l'attuale cittadina di Praia. Al suo interno è ospitata la statua della Vergine, detta della Grotta. Quella attualmente esposta è una versione moderna, risalente all'inizio degli anni Ottanta del secolo scorso, erede di quella originaria, trafugata da ignoti nel 1979. Nella seconda metà del XIX secolo il Santuario fu oggetto di diversi interventi: fu realizzata la gradinata che sale alle Grotte; l'ingresso, che si trovava tra la prima e la seconda grotta, venne arretrato all'ingresso della prima grotta; videro la luce l'Altare maggiore e i due altari laterali; inoltre, furono costruite sotto il campanile alcune stanze per l'abitazione del Cappellano. Altri lavori di restauro sono stati eseguiti nel corso del 2004.
Il 30 novembre 1916 il Santuario venne elevato a Parrocchia con la denominazione "Parrocchia Santa Maria della Grotta di Praia". È rimasta chiesa parrocchiale fino al 1958 quando fu inaugurata a Praia la nuova chiesa dedicata al "Sacro Cuore". Dal 27 agosto 1977, su iniziativa dell'allora vescovo della Diocesi di Cassano Jonio monsignor Domenico Vacchiano, su interessamento del cardinale Agostino Casaroli (all'epoca Segretario di Stato Vaticano) il Santuario e la Parrocchia di Santa Maria della Grotta furono affidati alla cura pastorale dei Padri della Congregazione dei Figli di Santa Maria Immacolata. In questi ultimi anni dalla Parrocchia Madre sono nate altre due parrocchie: "San Paolo Apostolo" nella zona industriale (nell'anno 1986) e "Gesù Cristo Salvatore" in località Foresta (nell'anno 1997). L'importanza architettonica, culturale, storica e religiosa del santuario praiese è insita nell'originalità ed unicità del complesso rupestre e nelle sue radici secolari: il Santuario, ancor prima di essere elevato a Chiesa ed a sede del culto mariano, ha avuto una storia antropica e religiosa di rilievo. Come infatti attestano gli scavi e gli studi effettuati nel 1960 dall'Istituto Italiano di Paleontologia Umana dell'Università di Roma, le grotte da cui il Santuario mutua la denominazione sono caratterizzate da una sequenza stratigrafica che va dal Paleolitico superiore al periodo storico della tarda Età romana, come comprovato da ritrovamenti che vanno da utensili in pietra a reperti in ceramica. La storia religiosa del Santuario iniziò, invece a partire dal X secolo con la presenza dell'eremitismo bizantino, consolidandosi intorno al secolo XII, quando si cominciò a venerare la statua lignea raffigurante la Madonna col Bambino (poi vigliaccamente trafugata), portata in questo luogo probabilmente dagli stessi profughi orientali fuggiti alla lotta iconoclasta. I primi documenti in cui il Santuario viene citato come "Santuario della Madonna della Grotta" risalgono all'inizio del XVI secolo. Nello stesso periodo (1520) venne eretta nella grotta più grande una cappella sul cui altare fu collocata una statua di marmo bianco, attribuita a Giacomo Cagini o alla scuola caginesca siciliana, con il titolo di Madonna della Neve.