Il Santuario è situato a 100 m dal livello stradale, a strapiombo sulla provinciale che collega i comuni di Villanova e Roccaforte, in un territorio caratterizzato da un sistema carsico-ipogeo che ha la sua massima manifestazione nella grotta dei Dossi. É realizzato all’interno e a ridosso di una grotta naturale ed è strutturato in tre parti: la grotta-Santuario del XV secolo, un edificio detto «l'Ospizio» risalente all'inizio del XVI secolo, e la parte ottocentesca detta «Opera Pia Bernardi». Due cappelle barocche dedicate alla Madonna Addolorata e allo Spirito Santo si interpongono tra le strutture del complesso. Costruito a seguito di un fatto miracoloso, in passato il santuario fu oggetto di grande venerazione e tuttora si ritiene che l'acqua che stilla dalla grotta sia miracolosa per la cura degli occhi. Fu anche un importante punto di riferimento per la lotta partigiana, fungendo da punto d'accoglienza per i feriti e sede della tipografia clandestina gestita dal «prete dei ribelli» Don Bruno.
Già segnalato al censimento 2014, il comitato spontaneo ha presentato al Bando lanciato dal FAI nel 2015 la richiesta di un’istruttoria che intendeva sollecitare la Regione Piemonte ad apporre un vincolo paesaggistico sul Santuario di Santa Lucia e i suoi immediati dintorni. E’ di questi ultimi giorni la notizia che la Giunta Regionale ha finalmente accolto con parere positivo la richiesta di tutela dal punto di vista monumentale-paesaggistico del territorio del Momburgo, compreso nei comuni di Roccaforte e Villanova, presentata grazie al lavoro degli uffici del FAI. Nonostante questo successo il comitato ha nuovamente segnalato il bene per mantenere alta l’attenzione sul problema principale di quest’area: l’attività della cava e la dismissione della stessa.