La selva di Camporena, dove la frazione di San Vivaldo si trova, era meta di eremiti fin dall'epoca medievale: il più noto fu Vivaldo da San Gimignano (1260 - 1320), il quale vi dimorò per circa venti anni riparandosi nel gigantesco tronco di un castagno. Morto in odore di santità, fu costruita, ma probabilmente era già esistente, una piccola chiesa sul luogo del ritrovamento del corpo esanime. Nei secoli la chiesa fu ampliata e abbellita: come la vediamo oggi è frutto di una ricostruzione avvenuta intorno al 1500, anno in cui i francescani si insediarono nella zona e costruirono il convento e il complesso architettonico delle cappelle del Sacro Monte. San Vivaldo è conosciuto per il suo Sacro Monte: intorno alla chiesa principale, fra Tommaso da Firenze, francescano, costruì tra il 1500 e il 1515 una serie di cappelle decorate da gruppi di terracotta, riproducenti le fasi salienti della vita di Gesù e non solo. San Vivaldo è denominata anche la Gerusalemme della Toscana. Il convento è conosciuto come la Gerusalemme della Toscana in quanto nel 1500 i frati minori che lo gestivano iniziarono a costruire una serie di chiesette e cappelle che riproducevano la topografia e i luoghi santi dei Gerusalemme. Le cappelle originarie erano 25. Oggi sono solo 17. Ogni cappella è ornata da gruppi di terracotta realizzati da plasticatori legati alle botteghe di Giovanni della Robbia e di Benedetto Buglioni.
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