SANTUARIO DI ARIADELLO

SORESINA, CREMONA

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SANTUARIO DI ARIADELLO
Nel luogo esisteva verso il 1640 un portico sotto il quale era dipinta un'immagine votiva con la Madonna e Gesù Bambino che attirava la devozione di numerosi fedeli e ritenuta miracolosa.Nel mese di maggio vi si recarono in visita il feudatario di Soresina,il marchese Giovanni Battista Barbò con la moglie Eleonora, accompagnati dai figli.Una di questi era sordomuta:le cronache dell'epoca ne tacciono il nome ma analizzando l'albero genealogico della famiglia potrebbe trattarsi di Teresa Gertrude,la quartogenita figlia nata nel 1632.La giovane,approssimandosi all'immagine acquisì udito e parola pronunciando il nome della Vergine.Le autorità ecclesiastiche,in particolare il vescovo di Cremona Francesco Visconti, temendo episodi di fanatismo,fecero coprire l'immagine della Vergine e recintare il portico e per alcuni anni non permisero la costruzione di edifici di culto. È noto,tuttavia,un atto datato 26/09/1663 con il quale il capitano Pietro Maria Barbò, fratello del marchese, intendeva istituire un beneficio per una chiesa. Lo stesso marchese,una volta divenuto vedovo,si fece sacerdote e,sebbene nessun documento lo attesti, non è possibile escludere a priori che egli stesso avesse lasciato beni o denaro per un edificio. La posa della prima pietra è datata 21/01/1664 e i lavori proseguirono per 2 anni. La benedizione a cura del parroco di Soresina don Orazio Malossi avvenne il 30/05/1666. La fabbriceria costituitasi in quegli anni raccolse denaro sufficiente per l'erezione di nuovi altari,anche per l'interessamento della nobildonna Elisabetta Cattaneo, vedova di Pietro Maria Barbò, che nel 1663 donò beni all'altare minore dedicato alla Visitazione di Maria a santa Elisabetta. Nel 1670 al fianco destro della chiesa fu addossato un portico, mentre 4 anni dopo la Comunità donò alcuni terreni adiacenti per costruirvi una sagrestia ed un'abitazione per il custode. Successivamente, per amministrare i numerosi benefici dati in dono al santuario, fu istituita una Reggenza. Nell'anno 1817 il santuario fu adibito ad ospedale per malati di tifo petecchiale: fu in questa occasione, forse, che furono perduti molti ex voto; tra quelli ancora esistenti il più antico riporta la data del 1611. Attorno al 1880 fu in parte rivista la decorazione interna da parte dei decoratori Zanni (padre e figlio); anche la ditta Allodi di Cremona vi mise mano nel 1912. Nella prima metà del XX secolo fu chiamato a ridipingere la medaglia della volta il pittore Galizzi. Danni furono causati da infiltrazioni d'acqua a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta per cui fu necessario un importante restauro. Nel 2016 la facciata e la loggetta laterale sono state ridipinte sulla base delle tinte originali, ricavate tramite stratigrafia. La facciata della chiesa, rivolta a mezzogiorno, è divisa da quattro alte lesene ioniche su piedritti. Le lesene sostengono un timpano triangolare. Specchiature rettangoli caratterizzano la facciata, tutte cieche eccetto una, adibita a finestra per dar luce all'interno. Il portale d'ingresso con cornice mistilinea è anticipato da un cancello in ferro battuto. Una voluta raccorda la facciata al portico laterale sotto il quale sono leggibili due lapidi. Sul fondo è appesa una Madonna dipinta su vetro di recente fattura. L'interno è ad aula unica, con due cappelle laterali dedicate a san Fermo e alla Visitazione di Maria a santa Elisabetta. La medaglia della volta, realizzata da Galizzi rappresenta la Madonna di Ariadello con ai piedi Soresina. Un'ancona di gusto barocco racchiude l'affresco con la sacra immagine della Madonna di Ariadello con il Bambino. L'ancona in scagliola, molto elaborata, non ha attribuzione: probabilmente è frutto di artisti operanti nei dintorni di Soresina nel corso del XVII secolo. Anonimi sono anche quattro quadri appesi alle pareti, probabilmente di scuola cremonese della seconda metà del XVII secolo; rappresentano I membri della famiglia Barbò in adorazione davanti alla Madonna.
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