SANTUARIO DEL BEATO GIACOMO

BITETTO, BARI

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SANTUARIO DEL BEATO GIACOMO
Situato sulla strada che collega Bitetto a Grumo Appula, il Santuario del Beato Giacomo sorge nella parte occidentale della città a un chilometro dal centro storico. Il Santuario è strutturato da due edifici: il convento e la Chiesa. Il meraviglioso convento, che sorge quasi completamente all'aperto, si divide in due piani, quello terreno e il primo. La chiesa, edificata nel 1432, che rappresenta la preziosa bellezza del Santuario, invece nasce situandosi sul lato sinistro, dove è insediato il chiericato, ma poi, in epoca più moderna, venne ampliata, e attualmente si estende fino alla zona meridionale dell'edificio, dietro l'altare superiore. L'attuale Santuario è il risultato di numerosi cambiamenti avvenuti attraverso diversi restauri, portati a termine dalle famiglie che hanno avuto dimora in questo esempio di maestosità della città di Bitetto. Il "Bullarium Franciscanum", scritto e pubblicato il 7 luglio 1432, racconta che Gabriele Condulmer, Papa Eugenio IV, decise di accogliere le lettere in cui l'Università di Bitetto, che aveva sede nel Sedile, chiedeva di far insediare l'unico gruppo di frati minori francescani, controllato dal Vescovo di Bitetto Carlo Arcamone, in diverse strutture, che sarebbero diventate le case minoritiche francescane. Prima del loro arrivo nel Santuario, i frati dimoravano nella Vicaria dell' Osservanza, che aveva sede nella Chiesa di Santa Caterina a Galatina, e solo nel 1433 poterono finalmente spostarsi nell'attuale convento. Circa un secolo e mezzo dopo, esattamente nel 1587 i frati decisero di seppellire il corpo incorrotto, nella zona ovest del Santuario, di Giacomo Illirico, un frate croato, morto nel 1496 e che verrà beatificato per numerosi miracoli il 29 dicembre 1700, da Papa Clemente XI. I Frati Osservanti dimorarono nel Santuario per circa centonovantadue anni, fino al 1625, anno in cui ci fu un intervento di Maffeo Vincenzo Barberini, Papa Urbano VIII, che affidò il complesso architettonico ai Frati Minori Riformati francescani. Quest’ultimi, che diedero la maggior parte dei fondi per diversi restauri del Santuario, rimasero nel luogo di culto per duecentoquarantun’anni, ma nel 1866, anno in cui il Mezzogiorno passò al potere del Regno di Sardegna, futuro Regno d’Italia, i gruppi legati alla Chiesa, come quello dei frati bitettesi, furono aboliti. Dunque il Santuario fu affidato al neonato Comune, che poco dopo lo diede in tutela al Sacro Monte del Purgatorio, intorno agli ultimi anni del XVIII secolo. Durante il termine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, la Chiesa fu completamente abbandonata dai frati, e fu trasformata prima in foresteria, e poi, addirittura, diventò sede di un’associazione di suore. Ma, nel 1908, dopo una lunga battaglia con il Comune bitettese, i Frati Riformati riuscirono nuovamente a prendere in custodia il Convento, che ampliarono edificandone un duplice, dietro il giovane coro e alla antichissima sagrestia. Il lasso di tempo che unisce i due conflitti mondiali e l’intero dopoguerra, fu un periodo buio per il Santuario, che tornò alla sua attuale funzione solo nel 1981, anno in cui il potere politico della Chiesa aumentò grazie alla fondazione del Chiericato. Da pochi anni ospita il Museo della Devozione e del Lavoro, che racconta la Storia della Civiltà Contadina bitettese, con una interessante esposizione di oggetti agricoli risalenti all'inizio del '900.
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