Le origini di questa città (Galatina) sono ancora ravvolte in un gran bujo. (…) Al tempo di Galateo in uno dei borghi della città si parlava ancora il dialetto greco; ma oggi Galatina scomparsa dall’isola etnografica greco-salentina…. Secondo le tradizioni, la parrocchia di rito greco fu introdotta nel borgo Galatino verso il IX secolo dell’era volgare.
Di quel tempo non abbiamo che pochi ruderi di una cripta cristiana dedicata alla Madonna della Grotta ed annessa ad un’antica abazia di Basiliani del IX secolo, oggi distrutta. In questa, verso il 1848 il professor Cavoti, spinto dall’amore per l’archeologia, scoprì un dipinto a fresco rappresentate una Madonna in atto di preghiera fra due angeli.
(La Provincia di Lecce – Bozzetti di Viaggio – C. De Giorgi – 1888).
Il territorio di Galatina, come il resto dell’antica Terra d’Otranto e vaste zone del Meridione, venne interessato da un imponente flusso culturale e religioso proveniente dall’Oriente verso la seconda metà del primo millennio.
Gli antichi monaci basiliani giunsero nelle regioni meridionali e nel Salento a seguito dell’editto emanato nel 726 dall’imperatore bizantino Leone III Isaurico con il quale ordinava la distruzione delle immagini sacre e delle icone in tutte le province dell’Impero. Si venne ad instaurare un regime di repressione che portò oltre alla distruzione di molte opere d’arte e alla morte di molti monaci. Chi riuscì a scappare si rifugio in Italia, trovando riparo in luoghi solitari come grotte, foreste e sulle pendici delle colline, che divennero luogo d’alloggio e di preghiera. A volte, quando non potevano adattare grotte naturali, scavavano nella roccia più friabile, dove creavano dei rifugi dove potevano continuare a praticare il loro culto.
Uno di questi luoghi in cui trovarono riparo fu nella zona denominata “Li Grutti” a Galatina, dove riuscirono a ricavare da un banco roccioso quella che sarebbe poi diventata la cripta dedicata a La Madonna della Grotta. La denominazione al plurale della zona lascia supporre che questi ripari o grotte fossero più di una.
Infatti, oltre alla chiesa-cripta, oggetto della nota, a poche decine di metri da essa, vi è Masseria della Grottella, della quale il Fonseca parla con riferimento ad una cripta interrata.
Lungo strada, poco prima di arrivare al sentiero che conduce al sito, vi è un secondo riparo ipogeo scavato nella roccia, che consta di due stanze e presumibilmente utilizzato per fini agricoli.
Ancora qualche decina di metri prima, dove vi era l’antica chiesa di San Giovanni Battista, ora inglobata all’interno dell’odierno caseggiato, vi era una cripta il cui accesso è stato tappato in un passato non ben definito, ma neanche tanto lontano.
Con il tempo l’antica cripta venne inglobata in una chiesa dedicata all’Assunta e accanto ad essa vennero costruiti dei nuovi locali. Il De Giorgi parla della presenza di un’antica abbazia andata poi distrutta, sui cui resti venne realizzata l’attuale masseria. La chiesa venne costruita nel XV secolo e arricchita nel tempo di altari e affreschi. Sull’architrave dell’ingresso principale è incisa la data AD 16[.]9.
Come tutti gli antichi cenobi basiliani la cripta venne affrescata dagli operosi monaci e lo stesso avvenne per il successivo avancorpo a navata unica, secoli più tardi.
Il sito accrebbe nel tempo la sua importanza tanto che qui era conservato il ricordo delle antiche invasioni saracene che portarono nel 1480 alla occupazione di Otranto.
A questa chiesa appartiene la campana più antica di Galatina.
Sino a qualche decennio fa, la chiesa era ancora aperta al culto e si festeggiava ogni anno la festa dell’Annunciazione.
La chiesa è di proprietà privata e versa, purtroppo, in non buone condizioni statiche che non consentono più l’apertura ai fedeli e ai visitatori.
Maggiori info e foto: https://massimonegro.wordpress.com/2012/12/13/galatina-un-appello-per-lantica-s-maria-dei-grotti/