SANT'ANTONIO DI PADOVA

MILITELLO IN VAL DI CATANIA, CATANIA

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SANT'ANTONIO DI PADOVA
La chiesa di Sant'Antonio di Padova, conosciuta come Sant'Antonino, è stata edificata nel luogo in cui S. Antonio di Padova, nel suo secondo viaggio in Sicilia, recandosi a piedi da Lentini a Vizzini, sostò per riposarsi. Sul sasso ove si diceva che il Santo si fosse riposato fu edificata una cappella. Incrementandosi il culto a S.Antonio, venne costruita una chiesa agli inizi del XVI secolo, a cui fu in seguito aggiunta una cappella (singolare nella sua soluzione architettonica) dedicata al Santo Sepolcro, i cui lavori furono conclusi nel 1574 come testimonia l'iscrizione posta nell'anello di chiusura dell'oculo della volta in pietra. La cappella ha pianta quadrata e si apre verso l’aula della chiesa con ampia arcata, inquadrata da pilastri su piedistalli decorati da eleganti bassorilievi floreali, che esibisce gli stilemi dei Gagini. Il passaggio dal quadrato di base all’imposta ottagonale della copertura a vela è ottenuto con un’inedita soluzione angolare a pennacchi gradonati con aggetti modanati, che si mostra come unicum di una tipologia probabilmente più diffusa nella regione e poi cancellata dal terremoto del 1693. Si può confrontare con elementi simili dei pennacchi della cappella Naselli a San Francesco di Comiso e della cappella Cabrera a Santa Maria di Betlem, a Modica. La copertura a vela ottagonale emerge solo con la sua sommità e con il lanternino cieco dal volume prismatico compatto che presenta pareti piane a tessitura isodoma di pietra calcarea, definite da un alto basamento e da una cornice. All’interno, il lanternino si apre nella vela con un oculo orlato da una ghiera con inciso il millesimo di completamento dell’opera. Il terremoto del 1693 danneggiò la chiesa: il campanile ed altre fabbriche annesse crollarono. Il restauro iniziò subito dopo il sisma e si protrasse fino al 1710. Completati i lavori, i confrati si dedicarono nel 1716 alla ricostruzione del magnifico campanile bicromo, che fu realizzato entro l'anno seguente da mastro Antonio Scirè Giarro. Nel 1780 l'interno fu decorato a stucchi e quindi si procedette alle ultime finiture. Un terremoto nel 1838 danneggia il soffitto ligneo , riparato con il riassetto delle tavole cadute. Gli interventi continuarono nel 1842 (con l’inserzione dei tiranti in ferro ancora oggi visibili) e nel 1853, quando si rese indispensabile ricostruire del tutto la chiesa. I lavori si prolungarono fino al 1860. I muri perimetrali furono rinforzati all’interno con l’addossamento di pilastri, legati tra loro con brevi arconi a costituire le cappelle laterali e uniti, al di sopra della trabeazione, da grandi arcate a sostegno di brevi tratti di volta a botte. Detti archi trasversali furono poi incatenati, al piano di imposta, da tiranti per contenere le spinte orizzontali degli archi ed ancorare le antiche murature perimetrali, soggette a rotazione verso l’esterno. Tutto lo spazio interno fu rimodulato e la cappella, che si apriva con un arco trionfale verso l’aula, ne fu esclusa del tutto per l’interposizione di un’abside che ingloba l’arco trionfale e invade parte dello spazio della cappella. Nel 1861 iniziarono i lavori di decorazione in stucco dell’interno per opera di G. Maggiore di Mineo e la nuova chiesa viene benedetta nello stesso anno. I lavori di restauro riprendono immediatamente e proseguono fino agli anni ’60 del XX secolo, finché la chiesa cade in uno stato di abbandono pressoché totale dovuto anche alla decadenza dei culti alla Madonna di Monserrato e a S. Biagio che in essa prosperavano accanto a quello principale a S. Antonio di Padova. Le pregevoli statue lignee di questi santi sono oggi conservate presso il Museo d'Arte Sacra "San Nicolò" a Militello. Soltanto nel 1982 sono stati fatti dei lavori di restauro globale, sebbene oggi la chiesa versi in condizioni disastrose per alcune infiltrazioni d'acqua dal tetto.
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