Il documento storico della chiesa gemella di Germigny-des-Prés in Francia vicino a Orléans, che la indica identica alla Cappella Palatina di Aquisgrana, e la descrizione della struttura organizzativa di Aquisgrana fornita dal Capitulare de Villis (legge di Carlo Magno), formata da Ministeria, Curtes e Villae (che è l'organizzazione riscontrabile esclusivamente nei documenti dell'alto medioevo del maceratese e del fermano), indicano la chiesa di San Claudio come la prima Aquisgrana di Carlo Magno.
La chiesa presenta numerose particolarità: una pianta quadrata con quattro pilastri al centro e cinque absidi. La chiesa in origine aveva il tetto piatto con un tiburio al centro come quella di San Vittore alle Chiuse di Genga.
Molte delle sue caratteristiche sono, infatti, comuni ad un gruppo di chiese marchigiane: San Vittore alle Chiuse, Santa Croce dei Conti, Santa Maria delle Moje e il Duomo vecchio di S. Severino Marche, di cui l’edificio di San Claudio è ritenuto il capostipite.
E' stato anche lo storico dell’arte Gillo Dorfles ad accostarla alla chiesa francese di Germigny des-Prés.