La Riserva Regionale Orientata Salina e Dune di Torre Colimena è un sito costiero caratterizzato da una salina in disuso (la Salina Vecchia), con una variazione periodica del livello idrico, con forti oscillazioni della salinità e con un prosciugamento quasi completo in estate, ad eccezione della parte centrale, e conseguente formazione di croste salate. La salina, durante le fasi di allagamento è caratterizzata da una vegetazione sommersa di idrofite. Intorno alla salina sono presenti aspetti di vegetazione alofila rappresentati principalmente da salicornieti (steppe salate mediterranee). Su un versante della salina è presente un pregevole lembo di macchia mediterranea inquadrabile nell'associazione fitosociologica Calicotomo-Myrtetum, con specie arbustive basse rappresentate da ginestra spinosa (Calicotome infesta),cisti (Cistus creticus, Cistus salvifolius, Cistus monspeliensis), lentisco (Pistacia lentiscus), mirto (Myrtus communis), fillirea (Phillyrea latifolia) ecc. Numerose sono inoltre le specie erbacee ed in particolare specie erbacee a ciclo perenne, come le orchidacee spontanee che popolano le radure della macchia. La salina era separata dal mare da una strada litoranea e da una duna con prevalente vegetazione a ginepri. La strada ora non esiste più. Gli aspetti più pregevoli della vegetazione della salina sotto il profilo conservazionistico sono rappresentati da alcuni habitat prioritari. Gli habitat prioritari sono habitat tutelati dalla Direttiva U.E. 92/43 e sono habitat fortemente rappresentativi della realtà biogeografica del territorio comunitario, sono intrinsecamente fragili e sorgono in zone ad elevato rischio di alterazione come quelle costiere. Essi inoltre occupano meno del 5% della vegetazione spontanea del territorio comunitario. La Storia. Non lontano da Torre Colimena, si estendono le Saline antiche. Si tratta di una depressione sabbiosa con caratteristiche fisiche e biologiche proprie, che un tempo è stata fonte di risorse naturali economiche. La Salina dei Monaci si stende a ridosso del tratto di dune litoranee, collegata al mare da uno stretto canale scavato nella roccia della scogliera. Il complesso è accatastato nel territorio di Manduria. La salina ha sempre suscitato l'interesse delle nostre genti che per molti secoli hanno qui raccolto il sale occorrente per le loro attività e i loro bisogni alimentari, divenendo oggetto di contesa, con alterne vicende fra gli abitanti dei paesi vicini. Questa bassa laguna litoranea che, durante le mareggiate, veniva allagata dal mare ha offerto agli abitanti l'oro bianco, tanto utile ed ambito da essere scambiato con ogni altra merce. La raccolta era ripetuta due volte l'anno. 1731 Il 1731 fu uno dei primi anni documentati della raccolta del sale nella zona chiamata La Salina. Il sale raccolto non era come quello che oggi si raccoglie; era il cosiddetto sale nero. 1732 Già dopo un anno dall'inizio della raccolta del sale, la Salina cominciò ad assumere l'odierno aspetto, quello di un vero e proprio bacino per la raccolta del sale con verdeggianti colline sabbiose che vanno verso il mare. 1874 Il 14 ottobre il consiglio comunale di Avetrana autorizzò Davide Parlatano a presentarsi all'ufficio del registro di Sava per far saltare l'asta che metteva di nuovo in vendita la Salina, dal momento che il Comune di Avetrana era soltanto moroso e stava provvedendo a risarcire la Società delle rate non versate. Fine 1800 Già dal 1882 il Parlamento cominciò ad occuparsi della malaria e votò la legge per il prosciugamanto delle paludi del Regno. Dato che in quel periodo la Salina apparteneva ad Avetrana, e Avetrana non era beneficiata da quella legge, la Salina sfuggi alla grande stagione di bonifica. 1940 - 1950 Nel corso degli anni '40 la Salina dei Monaci fu oggetto dell'intervento di bonifica. La bonifica, grazie al cielo!, è stata però lieve, infatti la nostra salina continua a regalarci squarci di irripetibile bellezza e suggestione. 1960 - 1970 In questi anni,
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