I roccoli sono vere e proprie opere di ingegneria arborea, anticamente utilizzati per la cattura degli uccelli e oggi riscoperti come elementi di qualificazione del paesaggio. Si tratta di spettacolari strutture vegetali che rappresentano un tassello importante della storia delle popolazioni che abitano la fascia prealpina friulana. Nel Comune di Montenars, sopra i 600 metri, ce ne sono alcuni sopravvissuti sino ai nostri giorni, ben conservati, pregevoli per le dimensioni e il fascino delle forme: realizzati nell’Ottocento e all’inizio del Novecento per colmare le carenze alimentari dovute alle difficili condizioni di vita, sono stati utilizzati sino alla fine del secolo scorso, per poi essere progressivamente abbandonati. Si elevavano sulle selle e i crinali dei monti lungo le rotte migratorie. Oggi i roccoli superstiti, perfettamente inseriti nel paesaggio e ben conservati, sono ancora sottoposti a manutenzione da parte dei proprietari mediante laboriose potature.
La loro forma e posizione dipendono molto dall’orografia del luogo. Lo scheletro degli impianti si basa su alberature vive: la specie largamente utilizzata era il carpino bianco, che permetteva la creazione di veri e propri colonnati di alberi, alti circa quattro metri, disposti in doppia fila parallela. In mezzo a questo corridoio veniva collocata la rete. Il casello, posto al margine, era costruito con materiale di recupero o in muratura. All’interno dello spazio centrale erano presenti alberi da frutto, come il ciliegio selvatico, alberi che producevano bacche come il sorbo degli uccellatori e altri che producevano semi come l’ontano. Questa varietà era necessaria per soddisfare i gusti alimentari delle diverse specie.