La “Rocca di Montemurlo” si trova sull’omonimo colle che domina la valle tra Prato e Pistoia appena sopra l’ex via Clodia che da Arezzo andava a Luni (SP). Fino al 1537 era un borgo incastellato con Pieve, sede comunale e case per circa 500 abitanti, tutto all’interno di due cinte murarie con quattro porte. Attualmente rimangono il castello, noto come “Rocca” e l’antica sede del comune che sono di proprietà privata, la pieve di S. Giovanni Decollato, i resti delle mura e tre porte di cui solo una originale.
Nella Pieve dell’XI secolo sono conservate opere artistiche di grande pregio come la croce astile d’argento attribuita ad Andrea di Jacopo d’Ognabene del 1317, la Madonna in trono con Bambino di Francesco Granacci del 1521, la Madonna che dona la cintola a S.Tommaso di Giovanni Stradano del 1590, la Madonna del Rosario di Matteo Rosselli del 1609 ed altre di assoluto pregio.
Montemurlo viene nominato per la prima volta esattamente mille anni fa, lo troviamo infatti nel contratto di vendita di una casa del 13 dicembre 1019. Nel 1066 si parla già del Castello di Monte Murlo costruito dai conti Guidi e nel 1096 è documentata l’esistenza della Pieve allora intitolata a S. Pietro. Il castello subisce due assedi, il primo da parte del condottiero lucchese Castruccio “Castracani” degli Antelminelli che lo espugna l’8 gennaio del 1326. Il secondo nel 1537 ad opera di Cosimo I, futuro Granduca di Toscana. Il 1° agosto le truppe comandate da Alessandro Vitelli sconfissero I fuoriusciti fiorentini guidati da Filippo Strozzi e Baccio Valori. La vittoria segnò la definitiva sconfitta dei ribelli ed il consolidamento definitivo del dominio mediceo attraverso il ducato (poi granducato), che regnerà sulla Toscana fino all'estinzione della casata e, attraverso i successori Lorena, fino all'Unità d'Italia.
La Pieve, dedicata dal 1269 a S. Giovanni Battista, era stata riformata pochi anni prima dal pievano Bartolomeo della Fonte noto umanista fondatore anche della prima scuola pubblica. Nel 1821 il pievano Raffaello Scarpettini la dotò di un organo della ditta Agati di Pistoia che, con i suoi 24 registri e 1050 canne, è fra i maggiori della regione. Nel XIX secolo la pieve subì vari ‘ammodernamenti’ come l’apertura delle odierne finestre, il tamponamento del chiostro e l’ingrandimento del coro con l’eliminazione dell’abside, facendogli così perdere quasi tutte le caratteristiche peculiari del suo tempo.
Dopo la costruzione della nuova chiesa del Sacro Cuore voluta da Mons. Contardi negli anni ’40 ed il conseguente spostamento ‘a valle’ della vita parrocchiale la pieve ha avuto periodi di abbandono quasi totale. Dagli anni ’90 varie associazioni si sono impegnate nel promuovere tutta una serie di interventi diretti o in collaborazione con vari enti come il Comune di Montemurlo, Diocesi di Pistoia e Fondazione C.R. Prato ed altre.