RESTI DEL COMPLESSO CONVENTUALE DI SORETO XV SEC - DINAMI VV

DINAMI, VIBO VALENTIA

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RESTI DEL COMPLESSO CONVENTUALE DI SORETO XV SEC - DINAMI VV
“I mura i Suritu” rappresentano i resti di un imponente e magnifico convento sito a Soreto, località del comune di Dinami VV. Una costruzione risalente al XV sec. e avvolta da fascino, mistero e una profonda fede verso il Santo protettore della Calabria, San Francesco di Paola. Nel corso della sua storia, Soreto è sottoposto al dominio di varie dinastie. E’ grazie ai Culchebret, la prima famiglia, che si deve la nascita di ciò che oggi rappresenta il simbolo del luogo: le memorie dell’antico complesso conventuale. Intorno alla prima metà del ‘400 Gian Cola Concublet, uno dei figli del conte di Arena dell’epoca, si schiera affianco degli Aragonesi nella guerra d’Otranto. Molto devoto a San Francesco di Paola, prima di partire in guerra, volge le sue preghiere al Santo. Egli gli appare innanzi, dipingendo con del carbone la propria immagine su un lenzuolo e facendolo illuminare di un’intensa luce. Al ritorno dalla battaglia vittorioso, incarica il beato Francesco Marino da Zumpano dell’Ordine Agostiniano, di erigere un convento nei pressi di Soreto e onorare San Francesco di Paola. E’ il 1490 e la chiesa viene dedicata a Santa Maria de Jesu. “Il luogo prescelto fu la confluenza del Melanda col Marepotamo”. La costruzione pare che non sia mai stata portata completamente a termine. Il figlio successore di Gian Cola, ingenuamente e incurante del significato della volontà del padre, decide, nel 1505, di togliere il convento all’Ordine degli Agostiniani per donarlo ai frati dell’Ordine dei minimi di San Francesco di Paola. Costoro vi rimangono fino al 1560, anno in cui si trasferiscono a Laureana di Borrello nel convento costruito appositamente per loro. Il frate Zumpano, risentito dal gesto di Gian Francesco Concublet, abbandona in collera il borgo di Soreto maledicendo l’edificio religioso affinché volga nel totale abbandono e diventi un nido di corvi: ‘Mu diventa folea di ciavuli’. Nel frattempo, gli Agostiniani di Soreto si trasferiscono nel loro nuovo convento di Acquaro, rifiutandosi di tornare in quello di prima, ormai abbandonato dai Francescani di Paola. Nel tentativo di riparare il danno compiuto e di dare nuova vita al convento, il conte Gian Francesco Concublet dona il complesso di Soreto ai Francescani di Assisi, passando a un terzo Ordine. Vi rimangono un terziario e un frate da messa fino al 1654, data in cui viene definitivamente abbandonato a causa della mancanza di frati. Dal 1654, anno dell’abbandono definitivo, il convento e l’annessa chiesa cominciano a degradarsi e crollare, vengono presi di assalto sia da animali, quali serpi e corvi per le loro tane, sia da uomini che, per costruire altri fabbricati, prelevano conci di pietra da ogni punto. Sembra che la maledizione di Zumpano si sia concretizzata. Soreto è stato un luogo di grande importanza: l’istanza sottoposta al Papa Leone X di inserire San Francesco di Paola nel catalogo dei Santi trova origine proprio in questo Feudo, oltre che in altri 21 centri d’Italia; il convento è stato dimora per molti religiosi eremiti; proprio da Soreto e da Arena si organizza una truppa di volontari che si reca ad Otranto per combattere e liberarla dall’invasione dei Turchi.
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