La maestosa chiesa, intitolata a Santa Maria Maggiore, fu ultimata nel 1340 e sorse sui ruderi del castello Marco, è una delle maggiori espressioni dell’arte catalana nella provincia di Enna, massima testimonianza dell’operato nella città del re Pietro II d’Aragona. La pianta è basilicale, a tre navate in stile catalano-aragonese, splendide e misteriose basi delle colonne in pietra di cutu, decorate a bassorilievo con motivi allegorici e fantastici e terminanti in archi a sesto acuto dai richiami gotici. Nella Chiesa opere di scuola gaginiana: un fonte marmoreo riccamente istoriato e un imponente ciborio in marmo realizzato nel 1556. Alle pareti delle navate sono otto tele risalenti al ‘600 e al ‘700. Cinque del pittore Francesco Sozzi, autore di altre tre tele ,all’interno della sagrestia, la più importante è un olio su tela raffigurante Il granconte Ruggero e la città di Calascibetta; della tela manca la parte sottostante, che riportava la scritta Rogerius comes et templi fundator et urbis, cioè “Conte Ruggero fondatore del tempio e della città”, a testimonianza dello sviluppo urbanistico attuato dai Normanni sul precedente presidio arabo.Visitare la Regia Cappella Palatina è come entrare in un museo, in cui convivono opere d’arte diverse tra loro e di diversa manifattura, che si susseguono una dopo l’altra suscitando lo stupore di chi le ammira.