Nel 1700 i Borboni fecero costruire dei canali per convogliare le acque piovane verso delle vasche, evitando inondazioni e danni al territorio per l'eccessiva quantità d'acqua (uno dei primi esempi di intervento idrogeologico organizzato su un territorio). Nel tempo presero il nome di regi lagni. Uno di questi canali, costruito completamente in pietra lavica (la tipica pietra del Vesuvio) e della lunghezza di circa 500 metri è fortunosamente arrivato fino ai nostri giorni, segna attualmente il confine tra i comuni di San Giuseppe Vesuviano e Terzigno ed è una delle strade di accesso al Parco Nazionale del Vesuvio (NA); attraversa sia terreni coltivati con le tipiche varietà del territorio (uva, kaki, albicocca, nocciola, pomodorino) sia la macchia mediterranea (pino, ginestra, mimosa, mirto).
Negli anni il canale è quindi diventato una strada ed è attualmente coperto da rovi e alberi infestanti e solo pochi tratti, tenuti puliti dai proprietari dei terreni vicini, sono ormai visibili. Il canale andrebbe ripulito, restaurato, pavimentato ed illuminato; si potrebbero creare dei percorsi a piedi, a cavallo e in bici per arrivare sul Vesuvio. Andrebbero installati dei cartelli con spiegata l'importanza dell'opera e la sua storicità; cartelli con l'indicazione dei sentieri raggiungibili e della vegetazione tipica presente lungo il cammino. Andrebbero installate delle telecamere per la sicurezza delle persone, per scoprire incendi e per evitare sversamenti abusivi. Potrebbero così arrivare i tanto sperati turisti, visitatori e sportivi all’interno del Parco.