Il Real Sito di Carditello che si trova nel comune di San Tammaro, a metà strada tra Capua e Aversa, nel cuore della Campania Felix, comprendeva una vasta porzione, in parte acquitrinosa, della pianura delimitata: a settentrione dal fiume Volturno, a oriente dal monte Tifata e dai suoi colli, a meridione dell’antico fiume Clanio (oggi Regi Lagni) e a occidente dal mar Tirreno.
La reggia, gioiello dell’architettura settecentesca, faceva parte di un gruppo di 22 siti di proprietà della dinastia reale dei Borbone di Napoli. Questi luoghi non erano solamente dedicati allo svago della famiglia reale borbonica e della sua corte, ma in alcuni casi costituivano vere e proprie aziende, espressione dell'imprenditoria ispirata alle idee illuministe. E’ il caso della reggia di Carditello, che si fregiava del titolo di "Reale Delizia" per il suo allevamento di pregiate razze equine, per i lussureggianti boschi ricchi di selvaggina, nonché per la produzione agricola e casearia.
La struttura fu costruita dall'architetto Francesco Collecini (1723 – 1804), allievo e collaboratore di Luigi Vanvitelli (1700 – 1773). Destinata originariamente da Carlo di Borbone alla caccia e all'allevamento di cavalli, con una superficie complessiva 2.150 ettari, per volere di Ferdinando IV di Borbone, venne successivamente tramutata in azienda agricola. Con la caduta della dinastia borbonica e i saccheggi da parte dei soldati francesi durante la rivoluzione del 1799, ne iniziò il lento declino, proseguito nei secoli successivi.
Nel 2012 sono state raccolte in favore della Reggia oltre 32.000 segnalazioni che denunciavano la disastrosa situazione di abbandono, le continue razzie e i cumuli di immondizia davanti all’ingresso. A gennaio 2014 è stato annunciato l’acquisto da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo della proprietà del Real Sito di Carditello a San Tammaro (CE).
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