Gli edifici in pietra del borgo, un tempo furono mulini, lanifici e tintorie per la lavorazione di stoffe pregiate. Nella valle del fiume Menotre, il funzionamento dei telai sfruttava l’energia idraulica delle numerose sorgenti.
Già noto nel XII secolo, Rasiglia vide uno sviluppo importante nella prima metà del Seicento. Una crescita che si interruppe nella prima metà del Novecento, quando i lanifici si trasferirono nella vicina Foligno. Il terremoto del 1997 ha ulteriormente contribuito allo spopolamento del centro storico, che oggi conta solo 17 abitanti.
Il parco archeologico-industriale del tessile di Rasiglia costituisce un raro esempio di conservazione di tutti gli elementi necessari alla produzione dei manufatti, dalla tosatura alla realizzazione del prodotto finito. Il processo tecnico-evolutivo risulta evidente nel passaggio da telai a mano ai telai idraulici; sostituiti poi, all’inizio del XX secolo, con il telaio meccanico Jacquard, che ha rivoluzionato il modo di tessere in tutto il mondo.
Dopo alcuni decenni di quasi totale abbandono, il piccolo borgo sta rinascendo: alcuni edifici proto-industriali sono stati ristrutturati a uso abitativo e turistico. L’investimento, di notevole impegno economico, avvenuto agli inizi del XX secolo, dimostra la grande volontà della comunità che, ancora oggi, si prende cura dei luoghi ed è attenta alla conservazione a sostegno della propria storia. Già presente all’edizione 2016 del censimento, nel 2018 ha raggiunto il 5° posto in classifica con 32.120 voti.
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