Grandi lecci e ruderi imponenti dominano lo spiazzo ombroso dove frammenti di cippi, colonne e capitelli ricordano la presenza di una villa magnificente costruita per volere del romano Manlio Vopisco nel I secolo d.C. Il vasto complesso edilizio anticamente occupava l’area più o meno equivalente a Parco Villa Gregoriana, su una superficie di poco più di due ettari e mezzo. Descritta dal poeta Stazio nel suo III carme de le Silvae, la villa doveva occupare i due poggi posti ai lati del canale diversore conosciuto come della “Stipa” o “cascatelle del Bernini”, ed era arricchito all’interno da fontane zampillanti. Ad oggi, dopo una rovinosa piena dell’Aniene descritta da Plinio il Giovane nel 105 d.C. e lo spolio avvenuto nel corso dei secoli delle strutture rimanenti, è possibile ammirare solamente la possanza delle mura di sostruzione e del vivarium con la vasca per l’allevamento ittico.