Esperimenti alchemici, raffinati salotti letterari, la leggenda delle fate, la presenza del culto dei templari: non mancano segreti e misteri ad arricchire la storia di uno dei rioni storici di Napoli tra i meno conosciuti e frequentati. Parliamo del Borgo due Porte all’Arenella, un gomitolo di suggestive stradine, sinistri varchi e scorci mozzafiato, che parte da un vicolo semi-nascosto della trafficata via Domenico Fontana, e si snoda scendendo lungo la collina, custodendo gelosamente tracce antiche e preziose della Storia di Napoli. Molti letterati italiani e napoletani venivano alle Due Porte come luogo di villeggiatura.
Proprio a partire dalle testimonianze di alcuni di questi intellettuali, Carlo Cattaneo e Gian Battista Della Porta, si è arrivati a scoprire, durante alcuni scavi in un garage, negli anni’80, sparute tracce della cosiddetta Accademia dei Segreti di Della Porta. Con buone probabilità era proprio qui, all’angolo con l’attuale via Carlo Cattaneo, che Giambattista della Porta si riuniva con altri illustri filosofi e letterati per condurre esperimenti alchemici e filosofici. Il ritrovamento di una figura della Dea Iside, che nell’immaginario alchemico rappresentava l’Egitto e dunque il passaggio all’oltretomba, testimonia della presenza di questi riti e culti legati all’alchimia. L’Accademia, con questi presupposti, non poté in seguito sfuggire alla scure della Santa Inquisizione.
Il nome del Rione per qualcuno va semplicemente ricondotto alla presenza dei due portali ad arco nella piazzetta omonima, mentre per altri anche la toponomastica conserverebbe lo zampino della presenza dei due fratelli Della Porta. Suggestive tradizioni e affascinanti misteri si susseguono nei secoli, con le tipiche lavandaie del Vomero, abitanti del quartiere, trasformarsi nel culto e nelle dicerie popolari nelle “fate” del rione delle due porte, custodi e protettrici di un incantevole panorama, celebrato persino da Salvatore di Giacomo.