Tra le opere idrauliche di maggior fama, nota nei secoli e studiata da archeologi e storici ,è il pozzo della Grangela, posto ai piedi della montagna di Licata a pochi metri dal palazzo di città. Non si hanno informazioni certe riguardo all'epoca di costruzione di questo pozzo, ma è molto probabile che risalga al periodo preellenico.
Le incerte origini hanno determinato la nascita di molte leggende, storielle o racconti. Diversi sono i pareri degli storici in merito all'utilizzo del pozzo.
Alcuni sostenevano che che la Grangela si spingesse fin sotto il letto del fiume Salso e oltre, qualche altro vi ha visto un impianto pseudo termale, ma ciò che si sa con certezza è che la Grangela è un pozzo di tipo filtrante che serviva per l'approvvigionamento idrico di questa parte dell'antica Licata.
La Grangela è costituita da un antico vano sotterraneo scavato nella roccia, profondo circa 18 metri. Parallelamente al vano del pozzo si svolge una scala di circa 100 gradini, che dà accesso al fondo dello stesso e dal quale si dipartono quattro brevi cunicoli, di cui tre a fondo cieco, sbarrati forse nel tempo dall'uomo o da crolli. Questi quattro canali giungevano alle falde acquifere per trasferire nel vano centrale di raccolta l'acqua, dove essa si purificava attraverso quattro vasche di decantazione e poi veniva prelevata. Nei periodi in cui la sorgente era ricca, la Grangela si colmava quasi completamente, per cui gli antichi licatesi potevano attingere all'acqua dall'alto di via Grangela. Nei periodi di magra, man mano che la sorgente si andava impoverendo e il livello dell'acqua si andava abbassando, i licatesi andavano attingendo l'acqua quasi inseguendola lungo le scale, finché nei periodi di siccità arrivavano sino ai margini della vasca di raccordo.
Varie leggende si sono tramandate su questo luogo, che fin da subito ha suscitato in noi studenti mistero ed eccitazione.
La più interessante di queste è quella riguardante i Rianeddri ossia degli spiriti che si pensava la infestassero.
La leggenda narrava che questi spiriti maligni rapissero sette bambini nel cuore della notte e li portassero giù nei meandri del pozzo, dove li uccidevano per impossessarsi dei tesori in esso contenuti.
Proprio di fronte alla Grangela si trovano i camminamenti dell'ex Castel Nuovo oggi denominati rifugi antiaerei, poiché nella seconda guerra mondiale furono utilizzati come rifugi per la popolazione licatese. Anticamente Grangela e i camminamenti ex castel novo erano collegati, però intorno al 1874 furono divisi a causa del taglio effettuato per la costruzione di Via Marconi, in cui oggi si ci reca per visitare a questi luoghi.
I possibili interventi da noi ipotizzati per migliorare la fruibilità della Grangela sono: messa in sicurezza del luogo, sistemazione del pavimento con possibile installazione di una pedana in orsogril per il calpestio, miglioramento dell'illuminazione, creazione di un sistema di protezione (guanti, caschi ecc.) per i visitatori, ed infine mimetizzazione degli ingombranti tubi per la presa dell'acqua che deturpano la visibilità del pozzo.