Si incontra il ponte attraverso una breve strada padronale, tra un gruppo di case e l’antico Oratorio della Verginina (immagine sacra posta lungo la strada), posto al crocicchio che conduce al ponte, lungo la via di Pieve a Celle.
Sulla facciata dell’antico oratorio ancora ben conservata la lapide marmorea che attesta la sua costruzione nel 1844 da parte di Cesare Ippoliti.
Nel medioevo i viandanti si fermavano a pregare prima di attraversare l’antico ponte lastricato in pietra che conduceva al plebato di Groppoli.
La struttura del ponte, tipica medioevale, a groppa d’asino, slanciata, i due accessi in lieve pendio, in piano nella parte centrale.
Largo metri 1,30, le sue luci metri 13,50 e metri 6,50.
Qui il torrente Vincio misura metri 30 e il ponte rende il luogo come incantato, come il tempo si fosse fermato centinaia di anni fa. Ci si aspetta di vedere da un momento all’altro un viandante a cavallo che passa sul ponte, in uno stretto corridoio costruito al massimo per un uomo a cavallo, con grossi ciottoli di fiume, immerso in una folta vegetazione selvatica.
Si dice che il ponte fosse un importante collegamento tra il plebato di Celle e quello di Groppoli, e da lì si andava verso Lucca, una delle vie lombarde che collegava Lucca, Pisa e Livorno con il nord Italia