Vicino a Torrecuso si trovano i resti di un ponte medievale noto come Foeniculum, o anche ponte Fenicolo o Finocchio. Costruito nel XIII secolo, è stato lasciato in stato di abbandono dal XIX secolo, quando il crollo delle arcate centrali portò a proposte di restauro mai realizzate. Il nome del ponte deriva dalla famiglia Fenucchio, baroni normanni che erano signori dell'omonimo feudo a cui apparteneva l'attuale Torrecuso. Una contrada agricola tra i comuni di Torrecuso, Apollosa e Castelpoto mantiene ancora oggi questa denominazione. Questo ponte, di dimensioni notevoli, attraversava il fiume Calore con otto arcate di diverse ampiezze; oggi ne rimangono visibili tre, che permettono di intuire il profilo originario a schiena d’asino. Le informazioni storiche su di esso sono scarse; il Meomartini lo menziona brevemente scrivendo di Torrecuso: «Nel territorio di questo paese è il così detto ponte Fenucchio sul Calore e lo si vede sulla sinistra sponda andando in ferrovia verso Napoli, dopo oltrepassata la stazione di Vitulano. Poggia il ponte su d’una collina rocciosa messa a cavaliere del fiume, coverta interamente di ruderi di vetuste fabbriche, che, cominciando dall’alto, estendonsi verso il diestrostante piano a destra.». I disegni di un progetto di consolidamento ottocentesco, redatto dall'ingegnere De Focatiis, offrono un'idea dell'aspetto originario del ponte: nella tavola I si vede la struttura con le campate centrali crollate e sostituite da una passerella in legno. Le otto arcate del ponte erano di forme diverse, partendo da piani di imposta variabili, con le chiavi a diverse altezze. In alcuni archi terminali si intravedeva una ghiera, forse in laterizio. Il ponte era privo del muretto di coronamento superiore e le pile erano di dimensioni considerevoli; nei resti della pila adiacente alla campata crollata si notano finestre di scarico su due livelli. Una caratteristica distintiva del ponte era una deviazione significativa del suo asse a circa metà del fiume, rendendo i piloni non allineati. Dall'osservazione dei disegni sembra che il ponte sia stato costruito in due sezioni, raccordate al centro del fiume. Questa scelta potrebbe essere stata dettata dalla necessità di adattarsi alle condizioni del terreno, evitando archi troppo alti o fondazioni complicate. L'asse obliquo della parte centrale rispetto alla corrente lo rendeva vulnerabile, il che potrebbe spiegare il crollo delle due arcate intermedie. Sopra il ponte si erge una formazione rocciosa nota come la "grave mora" di Dante Alighieri, sotto la quale si dice che il corpo di Manfredi di Svevia, ucciso nella battaglia di Benevento nel 1266 contro Carlo d'Angiò, sia stato temporaneamente sepolto.
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