PONTE DEL DIAVOLO

CAPACCIO, SALERNO

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PONTE DEL DIAVOLO
Il Ponte del Diavolo detto così perché fu una straordinaria opera ingegneristica per l'epoca tanto da essere, come spesso avveniva nell'antichità, definita opera del Diavolo. E' non solo una testimonianza importantissima della storia della nostra comunità, ma ha un suo posto anche nella storia dell'ingegneria dei ponti, proprio per le innovative soluzioni adottate. Purtroppo, questa opera, che oggi è l'unico esempio esistente di ponte ad arco ribassato, è in precarie condizioni strutturali e necessita di essere restaurato ed aggiungo valorizzato come bene architettonico. "Ponte ad arco ribassato che scavalca il fiume Sele in località Barizzo e tuttora ancora in uso, venne costruito sulla strada che da Salerno conduceva al Cilento, e fu così denominato in omaggio all'antica credenza popolare secondo cui la prima anima che passava su un nuovo ponte era destinata all'inferno. Fu realizzato in loco degli antichi resti del ponte romano ed in sostituzione di un ponte ligneo a più campate, andato anch'esso in rovina nel 1833 portato via dalle correnti del fiume Sele. Tra il 1864 e il 1866 un nuovo ponte fu costruito ex novo, ad arcata unica in ferro fuso su spalle in muratura ma subì la sorte dei suoi predecessore, rovinando subito dopo il suo completamento. Dopo questi insuccessi la Deputazione Provinciale bandì un concorso: furono presentati otto progetti, sette con struttura metallica di altrettanti ingegneri, tra i quali Telfenere Cottrau, e un sol progetto di un ponte a due luci in muratura, redatto dall’ingegnere Giustino Fiocca. Per contenere i costi, l’amministrazione scelse prima un progetto che prevedeva una soluzione a travata unica in acciaio, su spalle in muratura, poi, dopo aver preso visione del ponte di Annibale sul Volturno progettato dallo stesso Fiocca, tornò sui suoi passi e commissiono a quest'ultimo la realizzazione del ponte sul Sele, a patto che fosse realizzato conforme a quello sul Volturno. I lavori di costruzione del nuovo ponte iniziarono nel Marzo del 1871 e terminarono l’anno successivo. Il nuovo ponte progettato con volta a profilo policentrico ad “anse de panier” di m 55 di luce, di m 13,55 di freccia, di m 5,40 di larghezza all’intradosso, strombata sui due fronti per una profondità di m 0,80 per lato; lo spessore in chiave di volta è di m 2,00, i timpani interni sono alleggeriti con una serie di archi circolari. Per la costruzione del ponte fu adottata la tecnica già sperimentata nel precedente ponte sul Volturno, la volta, suddivisa in cinque arcate, costruita in tre rotoli sovrapposti, a direttrici parallele alla curva intradossale; le centine, del tipo fisso a razze isolate, furono proporzionate a sopportare il peso del primo rotolo. Le malte furono confezionate con pozzolana di Bacoli e del Vesuvio mescolate tra loro in diverse proporzioni, la calce idraulica fu fatta venire da Marsiglia; I timpani furono costruiti con tufi lacustri che hanno un peso specifico di 1000 Kg/mc, inferiore alle pietre calcaree adottate per le altre strutture." Il virgolettato è tratto dalla nota di UrbanDac. Di Enzo Di Sirio
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