PONTE AZZONE VISCONTI

LECCO

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PONTE AZZONE VISCONTI
dal sito "http://www.scoprilecco.it/fortificazioni/le_fortificazioni_di_lecco.htm" Nel 1335 Azzone Visconti conquista Lecco. Nel 1336 fa costruire il ponte vecchio, che fu terminato nel 1338. L'aspetto antico era diverso dall'attuale, perché era stato progettato come fortezza galleggiante a guardia dell'Adda. Le arcate erano solo otto, ma per accontentare i comaschi, i quali pensavano che causasse una strozzatura del fiume e l'allagamento della loro città, fu scavato e allargato il letto del lago e nel 1440 fu aggiunta un'arcata. Nel 1450 Francesco Sforza portò le arcate a diciotto, ma i comaschi, non ancora contenti, nel 1489 fecero allargare di nuovo il letto del fiume. Si scavò moltissimo materiale il quale, una volta depositato, formò la zona del Lazzaretto. Dopo le guerre combattute dal Medeghino, il ponte era rimasto piuttosto danneggiato, ma nei primi del Seicento era stato ristrutturato su incarico degli Spagnoli. Era munito di una rocchetta, una torre colombaia per i piccioni viaggiatori, una torre centrale e un'altra torre più grande verso Lecco, mentre le sue due testate erano protette da un rivellino. Il ponte era ben difeso anche da ponti levatoi, posti in corrispondenza delle fortificazioni. Era armato da spingarde e con tre bombarde che lanciavano palle di pietra: una da 50 libre di gettata, la seconda da 25 e la terza da 12 e mezza. Ospitava anche una propria guarnigione, formata da una ventina di uomini armati di balestra e aveva un proprio castellano. Il ponte era anche uno strumento di esazione fiscale. Chi vi transitava doveva pagare un pedaggio, che era gestito da un consorzio di una dozzina di comproprietari appaltatori, nobili lecchesi e milanesi, oltre al convento delle benedettine. Un affresco del 1529 che mostra il ponte con queste fortificazioni si può trovare esposto al castello di Melegnano. Il potere è dei signori di Milano e quindi le fortificazioni del comune vanno lentamente in rovina, viene curato solo il borgo centrale e sono rafforzati e controllati con un efficiente servizio militare. I Visconti cingono con nuove mura il borgo di Lecco, aggiungendovi un castello sulla riva del lago, al quale giungono le strade di Milano e di Bergamo. La Carta della Pieve di Lecco del 1608, di Aragonio allegata agli Atti della visita pastorale effettuata dal cardinale Federico Borromeo in quella data, ci consente di individuare tutte le chiese presenti sul territorio attorno alle quali si sono sviluppati gli agglomerati abitativi che contraddistinguono i futuri rioni di Lecco.
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