Le prime fonti su questa zona risalgono all’epoca romana: secondo Tito Livio, già nel 50 a.C. il console Lucio Munazio Planco guarì proprio grazie ai bagni ad Acquasanta. Le acque sulfuree di questa località erano indicate per curare sia le affezioni dell’apparato respiratorio sia le affezioni reumatoidi e ancora oggi sono molto rinomate per le loro proprietà. Queste acque scaturiscono alla temperatura costante di 38.6 gradi, a 30 metri sopra il letto del Tronto e 30 sotto il livello del manto stradale, in fondo a una serie di grotte. La prima di queste – la più distante rispetto alla sorgente- è alimentata dall’acqua termale che vi si riversa in grande quantità e veniva utilizzata come piscina natatoria. A 60 metri dalla piscina si apre un’ampia grotta – detta grotta sudatoria - utilizzata fin dall’antichità a scopo terapeutico per la sua temperatura elevata ricca di emanazioni sulfuree. Piscina e grotta sono inserite entrambe in una struttura liberty, ora fatiscente e invasa dai rifiuti, chiusa dagli anni ’90 e non agibile. Attualmente solo una piccola sorgente è fruibile; in precedenza di proprietà privata, della Nuove Terme di Acquasanta s.p.a., nel 2008 il TAR delle Marche ha emesso una sentenza di revoca della concessione della grotta e della piscina ai privati e il luogo è tornato di proprietà pubblica. Purtroppo la struttura è inagibile; un comitato spontaneo ha scelto di raccogliere i voti per recuperare le terme e la piscina e di renderle nuovamente fruibili per i turisti.