Uno dei posti che sento "casa" è un pino domestico nella mia città natale. Altissimo, monumentale. L'ho visto per la prima volta alle elementari, in gita con la maestra. Era grandioso in mezzo alla campagna. Poi era meta delle scorrazzate in bicicletta a fare scorpacciate di fichi nei dintorni. Poi ha assistito a tutti i test del Ciao truccato, poi fu testimone discreto ai primi appuntamenti... Poi ci costruirono una spettacolare pista di atletica e mi vide vincere delle eliminatorie dei giochi della gioventù. Poi cambiai città, ma tornai li a pregare per mia mamma, iniziai a correre per prepararmi alla follia di una maratona, e lui era li ad incitarmi ad ogni giro di pista. Per questo considero un albero come depositario di tante storie come le mie. Non è un discorso ecologico il mio. Possiamo piantare 3, 5, 10.100 alberi. Ma quello che ha visto un albero secolare, quello che ha condiviso silenziosamente con tante persone, ecco, quello è inestimabile.