La tradizione colloca la fondazione della pieve nel V secolo, ai tempi di Galla Placidia. Verosimilmente la costruzione della chiesa viene fatta risalire al VI-VII secolo.
L’edificio, la cui muratura presenta materiale di rimpiego, è dedicato ai Santi Pietro e Paolo e si caratterizza come un sistema basilicale a tre navate. La facciata ha una larga bifora sopra l’arcata della porta e una sporgenza mensiliforme che si può riscontrare anche in altre chiese del ravennate come S. Pietro in Sylvis (RA).
Vi sono quattro lesene che preannunciano la ripartizione interna delle navate. La fiancata è movimentata da un’archeggiatura pensile con monofore sotto archetti tripli. L’interno, semplice e raccolto, presenta dieci pilastri birostrati, soffitto ligneo a capriate e abside circolare all’interno e poligonale all’esterno.
Il presbiterio sopraelevato, con altare marmoreo a cippo, nasconde una cripta a oratorio, che in ambito locale ricorda la cripta della basilica di S. Francesco (RA) e ancora di più quella della già menzionata pieve di S. Pietro in Sylvis. Anche il materiale della cripta risulta essere di rimpiego.