A Bornato, la pieve di San Bartolomeo, raro esempio di stratificazione storica e' testimone d’antichi splendori per itinerari spirituali e culturali di rara bellezza. La Pieve di Bornato esisteva sicuramente nel 1058 quando viene menzionata in un documento del vescovo di Brescia. L’attuale aspetto della Pieve rivela un lungo periodo di abbandono al quale l’edificio fu sottoposto nel corso soprattutto degli ultimi due secoli. Dell’antico edificio, come si può notare, rimangono dei muri perimetrali sbrecciati dai quali emerge un grande arco traverso in mattoni che un tempo sosteneva le travi in legno della copertura. Sul prospetto nord sono inoltre ben visibili due archi, poggianti su colonne circolari in cotto, successivamente tamponati e che fanno presagire la presenza sullo stesso lato di una ulteriore navata.
Non era certamente questa la visione che gli abitanti del luogo avevano in età medievale quando la Pieve costituiva il luogo di incontro religioso ma anche civile e mercantile di un ampio territorio.
Lo studio archeologico, si è posto l’obiettivo di indagare le strutture più antiche della chiesa perché attraverso lo scavo, l’analisi dei muri che ancora oggi sono conservati sotto il livello del terreno, lo studio dei reperti ritrovati, si potesse ricostruire idealmente l’aspetto della Pieve e della vita che in essa si svolgeva.
Sono state eseguite campagne di scavo che hanno consentito di portare alla luce le testimonianze più antiche dell’insediamento in un crescendo di sorprese e di emozioni. Di pari passo si “scavava” negli archivi alla ricerca di documenti interessanti la pieve.
E’ infatti emersa una vicenda di grande interesse archeologico, storico ed architettonico che ha origine in età romana e si protrae attraverso tutto il medioevo fino al termine del XV secolo.
Essa trova i suoi momenti salienti in una villa, edificata nel I secolo d.C. e vissuta fino al V secolo, ad essa succede un insediamento d’età longobarda, cui fanno seguito la fondazione dell’ecclesia altomedievale, la ristrutturazione d’epoca romanica e infine la ricostruzione e l’ampliamento nell’avanzato ‘400, ormai alle soglie dell’estinzione della Pieve.
Non è possibile ricostruire con esattezza l'epoca di fondazione della Pieve, a causa della totale mancanza di documenti conosciuti. L'intitolazione a San Bartolomeo, santo venerato dai viandanti e dai pellegrini, fa ipotizzare la presenza di un ospizio destinato al ricovero dei viandanti.
Sappiamo che la Pieve esisteva sicuramente nel 1058 quando viene menzionata in un documento del vescovo di Brescia. In un documento del 1291 il Papa Niccolò IV concedeva invece alla chiesa di San Bartolomeo un’indulgenza in occasione della festa annuale dedicata al santo. Altri documenti del 1339 e 1343, relativi ala versamento delle decime, documentano la vitalità della Pieve, che costituiva il luogo di incontro religioso, ma anche civile e mercantile di un ampio territorio.
Verso la fine del XV secolo, con il passaggio definitivo all'organizzazione parrocchiale, San Bartolomeo perde il sup ruolo di punto di riferimento di un ampio territorio, e diviene la chiesa del solo abitato rurale di Bornato.
Durante la pastorale del vescovo di Milano S. Carlo Borromeo nel 1580, la chiesa doveva risultare ancora ampia, con due navate, battistero, campanile e il cimitero che occupava la parte posta a nord della chiesa.
A metà del XVII secolo venne costruita, posizione più favorevole, con lo svilupparsi del paese sulla sommità della collina, la nuova chiesa parrocchiale e questo determinò l’abbandono della vecchia Pieve che venne in gran parte demolita e ridotta probabilmente alle forme attuali.
In questo periodo si presenta principalmente come chiesa del cimitero, con la creazione di numerose tombe a camera e ossari. L'Editto napoleonico di Saint Cloud, che prescriveva sul finire del XVIII, l'allontanamento dei cimiteri dai centri abitati, accelerò l’abbandono del luogo fino ai giorni nostri.