PICCOLO CHIOSTRO S. MAURO

PAVIA

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PICCOLO CHIOSTRO S. MAURO
Piccolo Chiostro San Mauro (o chiostrino o chiostro piccolo) è il nome di quella porzione recentemente recuperata del complesso monumentale del Santissimo Salvatore di Pavia che unisce in un abbraccio il fianco ovest della basilica col suo monastero. La veste architettonica attuale di basilica e strutture claustrali (chiostri grande e piccolo, refettorio e altri edifici) risale all’epoca rinascimentale e seicentesca e corrisponde all’ultima fase di rinascita e splendore del monastero ma la fondazione di questo luogo sacro affonda le proprie radici nel regno longobardo e poi in età ottoniana quando fu introdotto l’ordine benedettino. Il Piccolo Chiostro sorge sull’area archeologica più antica dell’insieme ed è stato nei secoli un luogo fondamentale per la funzione osmotica d’incontro, supporto e scambio fra vita spirituale e quotidianità della comunità cittadina, una funzione sopravvissuta senza soluzione di continuità dall’originaria fondazione longobarda all’ultimo quarto del Settecento. Il restauro tutt’ora in corso degli spazi del Piccolo Chiostro ripara in parte il degrado verificatosi in seguito alle soppressioni napoleoniche quando la chiesa del S.S.mo Salvatore e le sue strutture claustrali dopo esser state occupate per uso militare conobbero destini diversi: l’una riaperta al culto nel 1901, le altre rimaste in uso all’esercito per essere dismesse e abbandonate negli anni ’90. Ma è la dedicazione degli spazi del Piccolo Chiostro recuperati a servizi di utilita’ sociale, religiosa, culturale che permette il proseguimento della carità e il ripristino della originaria funzione socio-assistenziale del monastero. Il sogno? risanare la frattura tra bellezza e ospitalità, arte e cultura, servizio ai poveri e umanesimo integrale manifestatasi nell’abbandono e nell’incuria dell'intero bene. STORIA: La fondazione di un mausoleo reale intitolato al S.S.mo Salvatore risale alla seconda metà del VII sec. per volere di Ariperto I, re dei Longobardi. Nel X sec. grazie alla Regina Adelaide moglie dell’imperatore Ottone I, risorge sul luogo dell’antico oratorio un’abbazia straordinariamente ricca e potente per possedimenti e privilegi. L’organizzazione della pratica religiosa spetta a Maiolo già abate di Cluny che introduce l’ordine benedettino riformato nel monastero pavese. Nel 1453 i monaci del S.S.mo Salvatore scelgono di aggregarsi alla Congregazione benedettina di S. Giustina da Padova avviando una nuova fase di rinascita spirituale e materiale. Il cantiere che traccerà l’odierna fisionomia architettonica e decorativa di basilica e chiostro grande è documentato fra il 1453 e il 1511 anche se il monastero crescerà con aggiunte e adeguamenti delle strutture fino alla metà del ‘600. La chiesa ha conservato una veste decorativa databile all'inizio del '500 di grande impatto visivo che ne ricopre quasi interamente le superfici murarie. Il soggetto delle storie della vita di S. Maiolo nella prima cappella di sinistra (ante 1525) rappresenta un unicum iconografico ed è considerato il capolavoro dell’artista pavese Bernardino Lanzani. La storia degli ultimi tre secoli del complesso vede succedere alle soppressioni napoleoniche la proprietà di diverse autorità governative, la stipula di concessioni d’uso e molteplici passaggi giurisdizionali fino a che nel 1859 il Ministero della Guerra adibì il convento a caserma e la chiesa a magazzino per il vestiario dei soldati. Nel 1901 l’azione della “Società per la Conservazione dei Monumenti dell’Arte Cristiana” riesce nel riscatto della chiesa. La dismissione dell’ex convento da parte dei militari avviene solo nel 1992, nel 2005 la proprietà passa al demanio statale e ancor più recentemente alla Cassa Depositi e Prestiti dalla quale la Parrocchia di S.S.mo Salvatore ha acquistato nel 2016 l’area contigua al fianco ovest della basilica detta “chiostro piccolo” per restaurarla e dedicarla a servizi caritatevoli, educativi e culturali.
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