Piazza Testaccio con la sua Fontana delle Anfore. Piazza Testaccio, già piazza Mastro Giorgio nei primi anni del secolo scorso, è il cuore di Testaccio, rione XX del centro storico dagli anni '20. Essa è stata da sempre il punto di ritrovo degli abitanti, sia per incontri che per gustare un caffè, un aperitivo o qualche prelibatezza servita dai locali che accomodavano tavolini al suo interno. Al suo centro troneggia la Fontana delle Anfore, realizzata dall'architetto Pietro Lombardi, vincitore dell'apposito concorso pubblico, nel 1927.
Una fontana dedicata alle anfore può suonare come una strana intitolazione, ma è invece perfettamente connaturata con il rione Testaccio, e risulta essere una importante testimonianza storica. Testaccio deve infatti il suo nome al termine latino "testae", coccio, risultante dall'enorme quantità di cocci di anfore che si sono raccolti in un sito del rione fin dal III secolo a.C. quale raccolta dei rottami delle anfore contenenti vino e olio che venivano scaricate nel porto fluviale che si trovava sempre nell'attuale area rionale, sul fiume Tevere.
La fontana fu inaugurata il 26 ottobre 1927 ma nel 1935, per il pericolo di degrado causato dalla presenza di un mercato rionale spontaneo che si arricchiva man mano di bancarelle, e anche per motivi strutturali, venne trasferita in un'area utilizzata come spartitraffico di piazza dell'Emporio, all'estremità settentrionale del rione. Al suo posto prese poi definitivamente piede, in veste ufficiale, il mercato rionale. Nel settembre 2014, con il trasferimento del mercato presso la nuova sede di Via Galvani (sempre a Testaccio, vicino allo storico mattatoio, attualmente "Macro", Museo d'Arte Contemporanea di Roma), iniziarono i lavori per la ricollocazione della fontana nella sua posizione originaria, al centro della piazza, che fu reinaugurata, insieme alla sua fontana, nel Gennaio 2015. Da allora la piazza è rinata a una nuova e più compiuta vita, perfettamente inserita nel suo territorio, centro di incontro di tutti gli abitanti innamorati del proprio rione. Fra cui anche il sottoscritto, che dalle finestre della propria casa natale poteva godere della vista di questo inimitabile spot di vita sociale.