PIAZZA DUOMO RAVELLO

RAVELLO, SALERNO

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PIAZZA DUOMO RAVELLO
Piazza Duomo, con i suoi bar accoglienti e gli allegri negozi di souvenirs, invita all'indugio, al pettegolezzo, alla conversazione pacata. È una piacevole tentazione. Da suggerire, se si vuole cogliere in pieno l'anima di Ravello. Sull'esempio di Palmiro Togliatti, padre storico della Sinistra italiana, che, nel corso delle sue rare vacanze nell'intimità dell'hotel Rufolo, aveva la consuetudine di percorrere quotidianamente l'agevole sentiero di Santa Barbara che dal convento delle Clarisse conduce al villaggio medioevale dei santi Cosma e Damiano costeggiando il promontorio del Cimbrone. Un "panorama per poveri", quasi rapinato all'esclusiva Rondinaia dei Grimthorpe: grotte rupestri, ulivi e felci secolari, agrumeti... All'improvviso uno squarcio di azzurro, immobile come un fotogramma alla moviola: la marina di Atrani contrassegnata con magnifico effetto skyline dalle torri di Civita e dello Ziro. La passeggiata di Togliatti è solo uno degli innumerevoli itinerari tra natura ed arte, delle tante strade da attraversare fino a perdersi in un sogno infinito. Ma, come in ogni labirinto che si rispetti, si ritorna inesorabilmente al punto di partenza: la piazza, scenografica finzione urbanistica degli anni Trenta, tracciata al fine di dare un cuore alla superba città-fortezza, che si protende come una sentinella sul mare dall'alto del contrafforte roccioso che separa i valloni del Dragone e del Reginna. Della Ravello guerriera, ostile ad Amalfi e docile alle lusinghe di Ruggero il Normanno (s'ipotizza che il nome derivi da Rebello, ribelle) resta un arco difeso da due bastioni a guardia della nemica Scala. Sulla piazza si affaccia il Duomo, all'esterno privato del pronao in seguito alla ristrutturazione settecentesca, conserva ben poco dell'aspetto che doveva avere quando fu edificato nel 1086 per volere di Orse Papiro, primo vescovo della diocesi di Ravello, di cui papa Vittore I aveva decretato l'autonomia. Rimangono ad attestare la primitiva magnificenza la porta bronzea del 1179, opera di Barisano da Trani, scolpita a 54 formelle raffiguranti storie della passione, santi e due mascheroni, ed il campanile con bifore e decorazioni in tufo e cotto.
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