Gli elementi che maggiormente caratterizzano lo stemma attuale (“due campi oro e rosso, contenenti due leoni dell'un colore nell’altro controrampanti e affrontati ad un pino verde fruttato d'oro, sradicato e posto nella partizione”, come recita ufficialmente la Giunta Permanente Araldica nel 1937), sembra possano farsi risalire, nella loro combinazione ed uso, ad alcuni anni prima del passaggio del governo della città dalla Repubblica Veneta alla Santa Sede, avvenuto nel 1509.
Sicuramente gli elementi dello stemma, colori compresi, appaiono in un documento destinato a Papa Giulio Il del 25 agosto 1509.
Il colore e lo smalto dello stemma vigente (rosso e oro) già erano nello stemma dei Da Polenta, signori della città dalla metà del 1200 fino al 1441, quando essi furono sostituiti dai veneziani, il cui stendardo recava gli stessi colori. E' verosimile che da queste due denominazioni consecutive derivino non solo i due colori, ma anche il loro reciproco scambio: figura rossa in campo oro (come era l'aquila dei Da Polenta) e figura oro in campo rosso (come il Leone di S.Marco).
Quanto al pino che sale a dividere lo scudo, l'allusione alla pineta ravennate appare evidente.
Il LEONE che per primo entrò nello stemma di Ravenna è certamente quello di S.Marco, al quale l'altro si unì anche in conseguenza della suddetta separazione dei colori che portò con sé il raddoppiamento delle figure, più per una obbligata corrispondenza simmetrica che per un autonomo significato araldico che non sia quello comunemente unito al leone come generico simbolo di forza e di magnanimità.
Col tempo, a questi elementi essenziali, si aggiunsero: lo scudo come contenitore (di varia foggia), il contorno di rami di quercia, alloro, il nastro, la corona turrita rappresentante Port'Aurea, la dicitura (dal 1937) "Felix Ravenna", motto già impresso sulle monete dei re goti.