Nella piazza del Carmine, in pieno centro antico, si affacciano due importanti edifici sacri: la Chiesa della Pietà e la Chiesa del Carmine.
La chiesa di Santa Maria della Pietà, monumento nazionale, è detta anche dei Morti, in quanto affidata nel 1707 all'omonima congregazione laicale, la più antica tra le congreghe attualmente attive canonicamente eretta nel 1693. E' uno dei massimi monumenti barocchi della regione. Fu eretta nelle forme attuali nel primo Settecento. Nel fastoso interno, colle paraste rivestite di preziosi marmi commessi e le pareti adorne di stucchi dorati e dipinti barocchi troneggia la grande macchina d'altare, realizzata dal marmorario napoletano Michele Salemme entro il 1772 e contenente il prodigioso affresco quattrocentesco della Madonna della Pietà: la leggenda vuole che dal volto della Vergine, accoltellato da un pellegrino iracondo nel 1557, sia stillato sangue. Il singolare pavimento rococò della chiesa, in pietra garganica e marmi policromi, è opera dei fratelli Pietro e Gregorio Palmieri di Pescocostanzo (1762). Nelle sei cappelle laterali si conservano le statue settecentesche, opere del sanseverese Sebastiano Marrocco, e ottocentesche, opere del napoletano Giuseppe Catello.
La chiesa del Carmine si mostra attualmente tardobarocca. La sobria facciata settecentesca in pietra calcarea e intonaco, colle statue di san Michele e dell'Angelo Custode e un pittoresco fastigio floreale, è lavoro di maestranze locali. Ben più raffinata, invece, è l'agile cupola maiolicata, con slanciato tamburo a pianta ottagonale elegantemente decorato a stucco. All'interno, con pianta a croce latina e unica navata, spicca l'imponente altare maggiore, progettato e realizzato da Michele Salemme tra il 1786 e il 1787 che custodisce l'importante statua lignea della Vergine titolare, capolavoro dei fratelli Michele e Gennaro Trillocco (1790) su modello di Giuseppe Sanmartino. Nel cappellone di santa Teresa d'Avila, a destra, è un prezioso altare settecentesco napoletano. Decorano il tempio i suggestivi dipinti liberty di Mario Borgoni. il fastoso pulpito mobile di fine Ottocento, il grande organo a canne neobarocco, tele secentesche e settecentesche, la notevole statuaria di varia epoca e stucchi rococò di scuola lombarda.