La vasta area dell'attuale piazza Benedetto Cairoli fu occupata fino alla fine del XIX secolo da due isolati, uno comprendente il palazzo Branca e l’altro la piazza di S. Carlo ai Catinari. Il palazzo separava l'omonima piazza Branca dalla piazza di S. Carlo, antistante la chiesa. I numerosi progetti elaborati per la nuova capitale del Regno d’Italia investirono la zona sin dal Piano Regolatore del 1873, nel quale era prevista l’apertura di una strada che dall’Argentina giungesse a Ponte Garibaldi. Lungo la progettata via Arenula, destinata a congiungere il Corso Vittorio Emanuele con il nuovo ponte, si decise di demolirne una serie di fabbricati, tra cui palazzo Branca, e congiungere i due slarghi già esistenti per realizzare una sola e vasta piazza, rinunciando alla ricostruzione dell’area.
Il Comune fu incoraggiato a compiere questa modifica al Piano Regolatore dall’offerta di alcuni privati di contribuire alle spese. Il barone Wilhelm Huffer si dichiarò infatti disposto a sostenere il costo di uno square o giardino d’uso pubblico da realizzare in una parte della futura piazza, mentre la contessa Sforza Cesarini di Santafiora elargì la somma di 50.000 lire. Il 4 luglio 1888 il Consiglio di Stato discusse la richiesta del Comune di congiungere piazza Branca con la piazza di S. Carlo ai Catinari per motivi di pubblica utilità e il relativo Decreto emanato l8 luglio dello stesso anno, diede al Comune la facoltà di usufruire dei contributi per le opere Governative. All’inizio del 1888 l’architetto paesaggista francese Edouard André, incaricato dal barone Huffer, consegnò al suo committente una serie di disegni che furono approvati dal sindaco Leopoldo Torlonia. I lavori procedettero per tutto il 1889 e infine, arricchito dalla fontana progettata dallo stesso architetto André, il 22 maggio 1890 il giardino fu aperto al pubblico.
Nella seduta del 19 agosto 1903 la Giunta approvò la proposta di collocare nella piazza un monumento celebrativo a Federico Seismit-Doda, Assessore delle Finanze del Comune di Roma scomparso nel 1893. L’opera, eseguita dallo scultore Eugenio Maccagnani (1852-1930), collaboratore di Sacconi al Vittoriano, fu terminata nel 1906, ma venne collocata in piazza Cairoli solo nel 1919.
Nel 1937 una deliberazione del Governatore di Roma decise la rimozione delle cancellate che circondavano il giardino per utilizzarne il metallo a scopo bellico.
Nel 2000, per il Programma delle Opere Giubilari, l’area è stata riqualificata grazie a un importante progetto complessivo che ha previsto, oltre il restauro della fontana e del monumento, anche la realizzazione di nuove inferriate in ferro battuto che hanno restituito al giardino di piazza Cairoli la sua immagine originaria.