Entrarci era come mettere un piede nella storia, indietro di due secoli, fino al 1828, quando in piazza Soziglia i quattro fratelli Klainguti, pasticceri svizzeri di Pontresina, giunti a Genova per imbarcarsi per l’America in cerca di fortuna, aprono la loro bottega.
Il locale è fasciato da una boiserie avorio, verde e oro in cui sono stati inseriti nel 1988 pannelli decorativi di Attilio Mangini – sensibile artista con studio a due passi dal caffè – con scorci della città, specchi, stucchi, lampadari che accolgono in un largo abbraccio “vagamente rococò” e ricordano atmosfere da Belle Epoque. Il locale è ora gestito dalla famiglia Ubaldi, con la sua insegna in “caratteri gotici”, le sue poltroncine dalle sedute rosse. I Klainguti hanno lasciato varie specialità: la torta Engadina, la torta Zena, la sacripantina che si affiancano ai delicati pasticcini, alle gelatine di frutta, ai quaresimali e a mille altre golosità. Oltre al rito dell’aperitivo si può anche pranzare nelle sale al piano superiore o ai tavolini all’aperto nel variopinto “traffico” dei carruggi. Salotto culturale per la buona società cittadina, viene frequentato da Giuseppe Verdi per il quale i Klainguti creano una particolare brioche chiamata Falstaff. Verdi ringrazia con un biglietto incorniciato sopra il bancone dei dolci: .