Il parco della Mostra costituisce uno dei più pregevoli complessi architettonici del Razionalismo italiano prebellico e postbellico. La semplicità planimetrica del piano particolareggiato dell'area, progettato da Marcello Canino nel 1938, si contrappone al coevo EUR di Marcello Piacentini. Quest'ultimo è caratterizzato dalla spinta monumentale voluta dal regime. La Mostra è impostata su uno schema planimetrico che richiama l'impianto ippodameo della città consolidata attraverso tre assi che fungono da decumani e raccordati da assi che sostituiscono i cardini e al termine di essi sorge un padiglione che spezza la linearità dei tracciati. Questo atteggiamento progettuale dell'impianto da parte di Canino si mette in evidenza che Napoli, nonostante i rigurgiti neoeclettici, abbia comunque assorbito la lezione teorica del Movimento Moderno declinandolo alla sua situazione geografica. Il complesso fu fortemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale e a cavallo tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta fu restaurata impiegando quasi tutti gli stessi progettisti che participarono nel 1938. Ulteriori danni avvennero dopo il sisma del 1980 quando buona parte degli spazi espositivi venne destinata ad ospitare gli sfollati, in questa occasione di emergenza vennero demoliti alcuni padiglioni rappresentativi del moderno napoletano come le serre botaniche di Carlo Cocchia e l'arena flegrea, demolita alla fine degli anni Ottanta e ricostruita nuovamente da Giulio De Luca dopo l'impossibilità di recuperare la danneggiata arena del 1938.
All'interno sono presenti:
Palazzo Canino (ex Palazzo degli Uffici)
Torre delle Nazioni (ex Torre del Partito Nazionale Fascista)
Il Teatro Mediterraneo (ex Palazzo dell'Arte)
Ristorante con piscina
Padiglione America Latina
Fontana dell'Esedra
Centro Congressi (ex Padiglione Sanità, Razza e Cultura)
Acquario tropicale
Arena Flegrea
Padiglione dell'Albania
Chiesa di Santa Maria Francesca Saverio Cabrini
Cubo d'Oro
Padiglione dell'America del Nord (ex Padiglione della Libia)