CHIESA DI SAN CARLO E SAN PIETRO MARTIRE AD AROLO

LEGGIUNO, VARESE

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CHIESA DI SAN CARLO E SAN PIETRO MARTIRE AD AROLO
La chiesa parrocchiale di Arolo, frazione rivierasca del comune di Leggiuno e luogo di villeggiatura di consolidata tradizione, si eleva alta su un basamento erboso a lato della strada che porta alla sponda del lago Maggiore. L’allungato fianco, con volumi scalari, evidenzia le tre grandi fasi costruttive che ne hanno caratterizzato la storia: il corpo centrale seicentesco (di precoce costruzione, a partire dal 1606, in occasione dell’elevazione in parrocchia autonoma della località), con aula unica e presbiterio quadrato di minore elevazione; l’allungata abside semicircolare, forse dovuta a un ampliamento del primo Novecento; la facciata ‘a ventola’, ossia sovrastante l’invaso, innalzata poco prima della Seconda Guerra Mondiale. Il prospetto è classicheggiante, con due ordini e timpano centrale ad ali spezzate. L’interno presenta un’omogenea veste decorativa, sapientemente ripresa nel tempo grazie alle elaborate cornici dorate distese sulle nervature delle volte e attorno ai cartigli mistilinei centrali che riportano una ricca decorazione del primo Novecento. Ciononostante, il nucleo seicentesco è ancora ben riconoscibile e rimanda al modello della ‘simplex ecclesia’ diffuso grazie all’azione pastorale dei due Borromeo cardinali di Milano: Carlo e Federico: aula unica rettangolare, cappelle rettangolari per parte in numero minimo di due; presbiterio sostanzialmente quadrato. Il modello fu applicato ad Arolo con una certa raffinatezza con impianto della navata in tre campate, le prime due destinate ai culti collaterali e a raccogliere attorno alla chiesa l’attività delle confraternite; l’ultima, prima del presbiterio, cieca e priva di altari laterali. Originale anche l’elaborata cornice a dentelli che fascia tutto l’interno correndo sopra le lesene doriche e inarcandosi a tutto sesto a sottolineare l’arco trionfale. La fase decorativa d’inizio Novecento fu proseguita decenni dopo per merito della Scuola del Beato Angelico, con interventi mirati sopra l’arco trionfale, sulla volta a botte d’ingresso e sui pilastri delle cappelle laterali. Contribuiscono alla qualità dell’ambiente interno anche le balaustre e i gradini di marmo, ben conservati sia nelle cappelle laterali, sia all’altare maggiore e, soprattutto, il pavimento in graniglia a disegno (losanghe geometriche) che si estende senza soluzione di continuità tra navata, cappelle e presbiterio.
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