Palazzo Vitelli a Sant’Egidio è il più grande ed imponente dei palazzi di famiglia voluto intorno alla metà del Cinquecento da Gentilina della Staffa e continuato dai suoi figli Paolo e Chiappino Vitelli, capitani di ventura e tra i migliori collaboratori rispettivamente dei Medici e dei Farnese. Il vasto complesso architettonico comprende, oltre al Palazzo, l’immenso giardino che con i suoi giochi d’acqua, le sue piante egli animali esotici, era ammirato e rinomato nelle corti di tutta la Penisola. Entro il perimetro murario, che ingloba la chiesa della Madonna della Neve, si trovano il boschetto artificiale, la grotta manierista, lo scenografico ninfeo con raffigurazioni in terracotta delle Virtù, il bagno affrescato con scene mitologiche e la quattrocentesca palazzina, luogo di svago dei signori e destinato ai piaceri del giardino, della pesca e della caccia. Al bolognese Prospero Fontana e ai suoi collaboratori, tra cui Orazio Samacchini, Giovanni Antonio Paganino, Cesare Baglione e, l’ormai naturalizzato tifernate, Niccolò Circignani detto il Pomarancio, è attribuita l’intera decorazione avvenuta tra il 1571 ed il 1573.